
Pur trattandosi d'interruzione riguardante un'arteria di competenza provinciale, colmabile con la ricostruzione del viadotto venuto meno, recentemente c'è stato un incontro di autorità e tecnici per un sopralluogo, nel corso del quale è emersa la geniale proposta di ...spostare la ricostruzione un po' più a monte, in maniera da allacciare i due tronconi di una variante recentemente parzialmente realizzata.
A parte il fatto che il parlar di novità, su certi problemi, dà spesso adito al sospetto che si cerchi di portare a lungo le cose, ma è davvero difficile fare le cose semplici in questa città: dove semplicemente occorre che venga ricostruito il ponte là dove l'arteria è stata stroncata.?
A questo punto, mi pare che cada a fagiolo una nota fattaci pervenire dai coordinamenti regionale e cittadino dei Circoli Abiente e Cultura Rurale.
“Le nuove scelte sul futuro assetto viario - scrivono i coordnatori Di Pasquale e Crinò - sono state adottate dopo un approfondito esame della situazione, tenuto conto degli aspetti urbanistici, dei costi complessivi e della rapidità dell’intervento”. Si legge questo passaggio nella nota del Sindaco Maria Teresa Collica diffusa il 31 luglio e ripresa dalla stampa, dopo l’incontro con i tecnici della Provincia e del Genio Civile.
Il ponte, secondo la previsione, dovrebbe essere realizzato lungo l’anello previsto dal Piano Regolatore Generale. Di questo anello finora sono stati realizzati i due tratti iniziali, all’innesto con la litoranea, lato Calderà e lato Spinesante. Per il suo completamento bisognerà costruire ancora circa seicento metri di strada. Secondo la previsione del P.R.G. tale ponte dovrà incrociare in quota, su viadotto, la via del Mare, quindi la strada di raccordo si presume dovrà essere su terrapieno.
E’ evidente il costo aggiuntivo per la realizzazione delle strade, oltre l’esecuzione del ponte, e ai tempi non brevi. La previsione del Piano Regolatore ovviamente non era in alternativa al ponte crollato, ma si configurava come un completamento della viabilità per le aree da urbanizzare.
La scelta di spostare il sito del ponte interromperebbe la continuità viaria del lungomare tra Milazzo e Portorosa, non solo dal punto di vista urbanistico, ma anche dal punto di vista visivo, paesistico e turistico, tagliando fuori una parte di Calderà e l’agglomerato più fitto di Spinesante, anche con ripercussioni economiche.
Bisogna ricordare infine che un gruppo di tecnici barcellonesi (ingegneri, architetti, geologi) ha già progettato gratuitamente il ponte, a campata unica, da ricostruire nel sito dov’era quello crollato, senza far gravare sulle finanze pubbliche le spese di progettazione. Riteniamo che questo progetto debba essere tenuto in considerazione".
Tindaro Di Pasquale, Marcello Crinò
Barcellona P.G, 5 agosto 2012
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