martedì 23 agosto 2011

CHE DELUSIONE, QUEL SIT IN IN PIAZZA STAZIONE!


Prima di scrivere questa breve riflessione, sento l'esigenza di ringraziare il collega di Antenna del Mediterraneo che, puntualmente, ci ha dato modo di vedere - attraverso lo schermo - il sit-in effettuato in piazza Stazione vecchia da un gruppo di cittadini contrari allo spostamento del "seme d'arancia" dall'attuale sito al vicinissimo ex scalo della stessa ferrovia.
Come avevo sospettato prima ancora di assistere al documentario, i "protestatari" non hanno potuto fare altro che radunarsi in fondo alla via Roma, addossati alla recinzione del cantiere occupante oltre mezza piazza, per non farsi travolgere dalle auto che, in quel budello di strada,
sono in continuo transito.
A dire il vero non m'è parso che ci sia stata un'affluenza tale da rendere eclatante la protesta.
E ciò nonostante la presenza coaulante di alcuni personaggi politico-sindacali pronti a pronunciarsi davanti ad una telecamera.
Perdinci, è mai possibile che un seme d'arancia, in procinto di spostarsi, mobiliti gente adusa a ben altre battaglie?
Che delusione, amici carissimi. E che sconcerto, vedendovi declamare sui diritti dell'arte non appena il mio collega vi ha messo davanti il microfono di AM.


3 commenti:

gcf ha detto...

Caro Ciccio,
ho seguito negli ultimi giorni diversi commenti ai tuoi post sul blog e su facebook su questo argomento che sembra aver preso molti.

Ammetto, senza nascondermi all'ultimo momento, che io non sono tra i fans del Seme d'Arancia e che mai ne ho capito il senso. Come giustificazione mi sono data quella della mia evidente ignoranza in marteria dell'arte (purtroppo).

Ma al di là del mio personalissimo gusto artistico (se si può mai definire tale), mi permetto di dire una piccola cosa, perché so che tu sei un uomo intelligente e dai spazio anche alle altrui opinioni...

Non trovi che non sarebbe stato male interpellare Emilio Isgrò? Ripeto: non me ne frega niente di parteggiare da una o dall'altra parte. Ma forse, anche se di una donazione si tratta e quindi non più di proprietà, sarebbe stato carino, civile ed efficacemente più comunicativo capire cosa ne pensava l'Autore dell'Opera... Visto che non ha donato una calzamaglia, ma un'opera del suo ingegno e come tale da rispettare.

Ovviamente, questa è una mia semplice opinione, mai la verità assoluta.

Poi, è chiaro, che se si trova una migliore collocazione per quello che viene definito "monumento artistico" che ben venga. Ma perché non concordarlo?

Aspetto la tua risposta, quando potrai.

Ti abbraccio, sai che ti voglio bene.

Carmensita Fasolo

P.S. se il commento giunge anonimo, me ne scuso... Sono io, basta guardare dal mio indirizzo IP. :-)

barcellonablog ha detto...

Figurati, anche se non potessi farei di tutto per potere rispondere subito alla tua domanda, che praticamente tocca soltanto un particolare, che mi pare però non abbia niente a che vedere con il vero pretesto di coloro che non vogliono lo spostamento del...monumento.
Infatti sostengono che non solo il vecchio sito è il più adatto, ma che è stato persino scelto e preferito dall'artista.
Io invece dico che entrambe le motivazioni sono false e speciose: l'attuale collocazione è infelice e non era - ricordo bene - quella preferita da Emilio.
Stando così le cose, il sit-in avrebbe dovuto puntare soltanto a fare rimarcare la eventuale mancanza di tatto del sindaco Nania o di chi per lui, nei confronti di chi era stato così generoso da regalare "un'opera del suo ingegno" alla "sua" città.
Ma proprio adesso spunta questa "folla" così sensibile? Perché tutta questa delicatezza non s'è constatata quando il "gran seme" veniva imbrattato, vilipeso e trascurato?
Non ti viene il sospetto che si cerchi un pretesto per far intendere alla gente che si è politicamente vivi e vegeti in questa città in apnea?

gcf ha detto...

Mio caro, grazie per la tua celerità.

Sì, dici bene, la mia domanda-osservazione riguardava solo il "tatto" (per usare un termine che hai usato tu), quello di comunicare a Emilio Isgrò della decisione presa ed eventualmente capire cosa ne pensava.

Ho riflettuto su quanto hai scritto. Non conosco tutti coloro che fanno parte del comitato spontaneo che ha messo su il sit-in, quindi non me la sento di generalizzare troppo. Rischierei di sparare, non sapendo bene cosa dire. Però, è pur vero ciò che dici: alcuni (tra quelli che conosco) non hanno battuto ciglio quando il Seme è stato imbrattato con le scritte che hai più volte menzionato anche in altri post. E, in più, ricordo altrettanto bene qual era l'opinione dell'artista Isgrò in merito alla collocazione.

Le motivazioni che sottendono al sit-in non mi sono del tutto chiare (ma solo perché sono poco informata negli ultimi tempi). Tu ne sai di più? E' un problema di collocazione? Di base? Di "scenografia dei numeri"? Non so, davvero non so...

Tu sai bene, senza star troppo a girare attorno, che a volte si diviene paladini di questa o di quella causa, forse sprecando energie. Per questo, alla tua domanda "Non ti viene il sospetto che si cerchi un pretesto per far intendere alla gente che si è politicamente vivi e vegeti in questa città in apnea?", non posso che rispondere "Sì!". Ma non è ciò che accade sempre, soprattutto allo scadere di un mandato amministrativo?

Io ribadisco il mio pensiero: io avrei chiesto ad Emilio Isgrò, anche per non ledere la sua dignità di artista, anche se sono consapevole che i doni sono tali perché non appartengono più - in senso stretto - a chi li ha fatti.

Però, convieni con me, che nessuno si sognerebbe di tagliare un'opera - magari amputandola della sua originalità - dei grandi artisti!

A presto!
G. Carmen Fasolo

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