Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano interviene, con una lettera al presidente della commissione Affari costituzionali del Senato Carlo Vizzini, sull'elaborazione in atto del cosiddetto Lodo Alfano, per esprimere le sue «profonde perplessità» sulla norma che prevede la sospensione dei processi penali anche per il Capo dello Stato. Norma «che non era del resto contenuta nella legge Alfano» promulgata il 23 luglio 2008.
Il presidente della Republica fa sapere che intende rimanere «estraneo» all'elaborazione della legge, in quanto lo scudo giudiziario per il capo dello Stato ne ridurrebbe l'indipendenza.
«Come già ribadito più volte, afferma Napolitano, è mia intenzione rimanere estraneo nel corso dell'esame al merito di decisioni delle Camere, specialmente allorché - come in questo caso - riguardino proposte d'iniziativa parlamentare e di natura costituzionale».
Il Presidente fa peraltro rilevare «che la decisione assunta dalla Commissione da lei presieduta incide, al di là della mia persona, sullo status complessivo del presidente della Repubblica riducendone l'indipendenza nell'esercizio delle sue funzioni».
1 commento:
Menomale che Giorgio c'è
Franzsidoti
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