lunedì 2 agosto 2010
CHE COSA SI FARA' PER RIDARE DIGNITA' E DECORO ALL'OPG DI BARCELLONA POZZO DI GOTTO?
SINDACATI E FORZE DEL VOLONTARIATO CHIEDONO FATTI E NON SOLO PAROLE ALLARMANTI
Qualche settimana fa s'è molto parlato delle condizioni di vita all'interno dell'OPG di Barcellona, descritte e divulgate in maniera tale da fare inorridire.
Talmente disastrose sono state dipinte nelle dichiarazioni del senatore Ignazio Marino, il quale nello scorso mese di giugno aveva guidato, da presidente, la commissione parlamentare, che "inattesa" ha visitato due dei cinque ospedali psichiatrici d'Italia, tra cui appunto il "Vittorio Madia" di Barcellona.
I commenti e le reazioni, anche a livello nazionale, sono stati tanti, finchè ovviamente la notizia è rimasta calda, dopo di che s'è tutt'al più continuato a parlarne in sede locale.
Dove non sono mancati interventi da parte di organizzazioni sociali, di volontariato, sindacali: alcune in difesa di chi opera all'interno della struttura, altrie per invocare cambiamenti e miglioramenti, altre ancora per auspicare addirittura l'eliminazione di strutture del genere, paragonabili a veri e propri luoghi di detenzione.
Recentemente della situazione, non certamente accettabile, del nosocomio giudiziario di Barcellona si sono interessati i sindacati locali che, pur riconoscendo la drammaticità della situazione rilevata dalla commissione Marino, sono andati oltre invocando che - alla luce dei dati rilevati - la Commissione proceda fino in fondo per individuare il perché un istituto del genere sia rimasto in uno stato intollerabile e per responsabiltà di chi.
Facendo intendere, con questo, che il pesce - come sempre - anche stavolta puzza dalla testa.
Il miglioramento della struttura - secondo i sindacati Cgil, Cisl, Uil - deve andare di pari passo con l'adeguamento della gestione amministrativa, che finora - nonostante ci sia una legge che non lo consente più - è stata lasciata in mano al Ministero della Giustizia, mentre dovrebbe essere assunta dalla Regione con affidamento all'Asl.
In altri termini si continua a far convivere gestione sanitaria e gestione penitenziaria in un ibrido che non potrà mai essere producente, anche perchè per responsabilità comuni, continuano a vigere grosse difficoltà a causa dell'inadeguatezza numerica del personale, resa ancor più evidente dal sovraccarico del numero degli internati.
I sindacati auspicano che l'Istituto di Barcellona non corra il rischio di essere chiuso, ma che piuttosto venga adeguato strutturalmente e a livello funzionale per rendere dignitoso il ricovero ed efficaci le cure al suo interno.
fra' Galdino
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