
Se non è opera dei pupi che può essere altro, ciò che sta accadendo tra i nostri politici? Nel momento così difficile che stiamo attraversando, anzicché occuparsi di ciò che si dovrebbe fare per affrontare la crisi che ci attanaglia, i nostri uomini non sanno fare altro che rendersi protagonisti nel teatrino dei pupi, creando la più squallida commedia dei pasticci, che mai sceneggiatore si sarebbe immaginato di scrivere.
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Ma prima che cali il sipario del primo atto giunge il colpo di scena: un certo senatore de' Villar viene fatto sire della Vigilanza, con le armi d'un drappello nemico, dopo che un novello Cano di Magonza, memore dell'utilità di certi "pizzini", ne porge uno all'avversario per suggerirgli come fregare Orlando.
Orlando, quasi impazzisce e non può fare a meno di piangere, allontanandosi dal campo di battaglia. Il suo pianto bagna la spalla del suo Carlo Magno (in arte Di Pietro), che lo abbraccia teneramente. E' la nuova Roncisvalle per il paladino palermitano

Ma ecco spuntare il secondo colpo di scena: ed è ancora protagonista deVillar, che non intende lasciare lo scettro e pesta i piedi, nonostante le pressioni di paladini e saraceni, che per farlo uscire pulito pulito gli dicono: "Ma non sai che per merito tuo tutto il traccheggio s'è positivamente concluso con l'eliminazione della situazione di stallo? Ora, dunque, devi dare seguito alla tua promessa di dimetterti, visto il raggiungimento di un accordo su un nome di prestigio.
Dimettendoti potrai dire di avere reso un grande servigio all'umanità".
E lui?
"Col cavolo" risponde.
Almeno fino a questo momento.
Meno male però che ancora il sipario non è calato.
fra' Galdino
1 commento:
Io penso che ancora vedremo qualche episodio: stavolta alla don Chisciotte...
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