
VALIDISSIMO L'AIUTO DEI GENITORI E IL SOSTEGNO SCOLASTICO PER IL RAGGIUNGIMENTO DELLA META
Qualche anno fa, un collega docente, parlando di un ragazzo down che frequentava la scuola media, mi disse che gli pareva esagerato "costringere" quel giovane a trascorrere le sue giornate tra i banchi di una scuola per lambiccarsi con libri e quaderni senza poi alla fine riuscire a raggiungere una soddisfacente meta.
Evidentemente il collega ignorava che ci potesse essere in quel giovane, vittima d'una pesante sindrome, la capacità di operare e tendere verso una meta ritenuta dall'esperto raggiungibile soltanto in condizioni di "normalità".
E si sbagliava di grosso, perché l'esperienza ci ha fatto incontrare moltissimi casi di giovani down che hanno smentito quel suo scetticismo.
L'ultimo - quello che potrebbe apparire il più eclatante, ma che io definirei dirompente - ce l'ha offerto Giusy Spagnolo, 26 anni di Palermo, che pur costretta a convivere con la sindrome di down, è riuscita a laurearsi in lettere, discutendo una tesi sul ruolo assunto dal gioco nei meccanismi dell’apprendimento con esito di voto 105 su 110 e l'elogio del prof. Mario Giacomarra, preside della facoltà di Lettere e relatore della tesi della giovane, secondo cui
“Quello di Giusy è un elaborato che presenta diversi pregi sia dal punto di vista accademico che umano.”
Immaginarsi la gioia della giovane, la prima down a conseguire una laurea universitaria, pronta a mettere in pratica la sua conquista con il nobile intento d'intraprendere l'attività di maestra.
"Mi piace - ha detto - lavorare con i bambini. È stato bellissimo sentirmi chiamare “maestra”, spero un giorno di poterlo fare sul serio.”
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