mercoledì 1 dicembre 2010

LA RECESSIONE FA RECEDERE D'ALIA DALLA VOGLIA DI «PONTE »

La crisi economico-finanziaria che investe il mondo, mette in crisi il ponte sullo stretto di Messina, o per meglio dire sta facendo passare la mano sulla coscienza a più di un sostenitore della opportunità e necessità della realizzazione del collegamento stabile tra penisola ed isola.
Tra quanti hanno il coraggio di manifestare la propria resipiscenza, significativa appare la presenza del senatore messinese dell'Udc, Giampiero D'Alia, che alla collega Adele Fortino ha rilasciato significative dichiarazioni, in un'intervista apparsa nell'edizione Palermo del Corriere del Mezzogiorno.
Per l'esponente dell'Udc centrista sarebbe più che opportuno pensare alle emergenze. Lo sviluppo della Sicilia passa per i trasporti ferroviari.
Scrive Adele Fortino: : "Ragiona così D’Alia: «Il capitalista privato, se investe, pretende di trovare nell’opera una remuneratività; ora, se l’arco temporale di messa in opera del manufatto si aggira intorno ai trent’anni o forse di più, non si può più parlare di remuneratività. Le stime economiche del ponte, quelle fatte cinque anni fa, non reggono a fronte della situazione economica di oggi. Il pil è calato di molto, la crisi mondiale ci ha portato indietro di anni luce, sono crollati il Portogallo e l’Irlanda, il duello Stati Uniti-Cina on ci rimanda nulla di positivo, insomma le stime sui pedaggi e sui flussi di traffico fatti dalla propaganda di Pietro Ciucci non sono più valide, siamo in piena recessione»".

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D'Alia (Udc): «Sono pentito di aver detto "sì" al ponte e vi spiego perché» - Corriere del Mezzogiorno

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