A ribadire che quanto abbiamo raccontato è una scheggia di una situazione diffusa, riportiamo un estratto da
Economia Salvadenaio
L’inchiesta di Altroconsumo
Il servizio postale non è ancora all’altezza dei bisogni dei cittadini.
Se n’è parlato tanto (e male) di Poste Italiane negli scorsi mesi. Per lunghe settimane in alcuni depositi della corrispondenza sono rimaste a giacere tonnellate di buste, documenti, fatture e pacchi.
Non si è trattato solo di un momento di eccezionale black out, come ha sostenuto l’azienda. La realtà è che il servizio postale si sta allontanando sempre di più dai bisogni reali dei cittadini.
Poste Italiane sta investendo sempre più in servizi finanziari e assicurativi, trascurando la propria missione storica: la distribuzione della corrispondenza
La situazione nelle città italiane
Situazione poco omogenea nelle grandi città. La posta prioritaria fa acqua soprattutto a Milano
Nonostante la recente ristrutturazione del recapito, voluta da Poste Italiane, almeno in questa fase di sperimentazione il servizio è sembrato ancora più intermittente e comunque non sono stati risolti i vecchi problemi cronici.
La situazione nei comuni di provincia
Pensiamo agli abitanti dei piccoli comuni italiani, snobbati perché più difficili da servire. Qui il servizio postale arranca più che altrove. Un cittadino di un’area extraurbana, che non ha potuto ritirare di persona un pacco o una raccomandata, deve andare a prenderli nell’ufficio postale vicino a casa, che non è detto sia sempre aperto: alcuni uffici piccoli sono attivi solo alcuni giorni alla settimana. Tutti problemi che ricadono soprattutto sugli anziani o sulle persone con difficoltà motoria.
Del resto gli uffici postali stanno diventando sempre più simili a sedi bancarie e finanziarie. Ecco perché a Poste Italiane non interessa se in futuro ci metteremo più tempo a gestire la corrispondenza.
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