mercoledì 16 aprile 2008

L'AVVENTURA POSTALE D'UN LIBRO


Se volete sapere cosa bisogna fare per perdere mezza giornata e stancarsi senza far nulla, vi basta andare a pagare una bolletta o riscuotere la pensione ad uno sportello dell'ufficio postale di via Roma, quello che, almeno sulla carta, dovrebbe essere il più importante della città.
Se poi vi venisse in mente di volere rendervi conto di che cosa significhi "disorganizzazione", basterebbe che vi capitasse qualcosa di simile a ciò che è successo a me. Bisogna sapere che, oltre un mese fa, ordinai un libro ad una casa editrice, tramite internet. Passò del tempo, ma dell'arrivo del libro neppure l'ombra. La cosa mi meravigliò parecchio, anche perchè sapevo che sopedizioni del genere di norma non tardano più di una settimana. Comunque attesi. E finalmente qualcosa arrivò il dodici del mese d'aprile. Era un avviso di giacenza di un pacco (esattamente il pacco N.zcucg2020495) . una cartolina, che rilasciata in data 03/04/2008 era stata portata una prima volta al mio indirizzo, senza tuttavia potere essere consegnata al vero destinatario, perchè al posto del mio nome era stato scritto quello della provincia. E la città di Messina, divenuta per magia una persona, non esisteva a quel'indirizzo. Ma ecco che, dopo una settimana di ricerche, qualcuno - chissà per quale improvviso flash illuminante - capì che c'era stato uno scambio di nomi e che il destinatario non era la città capoluogo ma il sottoscritto. Cosicché con penna rossa, si scrisse sulla cartolina, ben evidente, il mio nome e cognome. Per correttezza accanto al destinatario giusto venne impresso un timbro postale con data 11.04.08. Sembrava ormai tutto normalizzato, tanto che il soittoscritto, munito dell' avviso di giacenza, ebbe modo di presentarsi allo sportello dell'ufficio competente: quello di via Roma. Ebbe il modo, ma non la soddisfazione, perché in effetti l'avventura non finì lì: dopo un'attesa lunga e fastidiosa, cominciò la seconda parte dell'avventura, che qui non racconto nei particolari perchè sarebbe tediosa per chi legge, ed è bastato che sia stata urtante per me. Dirò allora soltanto la conclusione: il libro non c'era più, perchè qualcuno - probabilmente ignorando le contorsioni che vi ho raccontato - aveva creduto opportuno rispedirlo indietro. Ora a sorprendersi sarà il mittente, che leggendo sul pacco restituito la scritta "DESTINATARIO SCONOSCIUTO", non saprà perchè mai questo sicilianaccio sia diventato IGNOTO.

CIFRA

1 commento:

Anonimo ha detto...

c'è troppa confusione. troppa gente riversata alla centrale. le sedi periferiche DEVONO essere riaperte

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