domenica 20 aprile 2008

LA MAGIA DI BOSSI


Bossi l'ha spuntata. aveva chiesto quattro incarichi di prestigio nel nuovo governo e, oggi, nel secondo incontro ad Arcore con Berlusconi, il neo presidente in pectore glieli ha concessi. L'ha annunciato lo stesso senatur, informando la stampa che a lui toccherà il ministero delle riforme. Calderoli sarà uno dei due vice presidenti del consiglio, a Maroni spetterà il ministero degli interni, mentre un altro ministero - quello alle politiche agricole - sarà assegnato al vice presidente del Carroccio, Luca Zaia. Inoltre, come coda dell'accordo, si aggiunge la prospettiva della candidatura alla presidenza della Regione Lombardia per l'ex ministro della Giustizia, Roberto Castelli, nel caso in cui Formigoni dovesse dimettersi per accedre all'ambita carica di presidente del senato. Accanto a questo parziale quadro, già assicurato dall'accordo d'Arcore, la restante intelaiatura del governo si profila come segue: quattro ministeri ad An e sei a elementi di spicco dell'ex Forza Italia, più una vicepresidenza, immancabilmente prevista per Gianni Letta. Il dicastero degli Esteri verrebbe affidato a Franco Frattini, la Giustizia ad Alfredo Mantovano o a Giulia Bongiorno, a Ignazio La Russa toccherebbe la Difesa. Giulio Tremonti tornerebbe all'Economia e Claudio Scajola alle Attività produttive. Gianni Alemanno, in caso di mancato risultato favorevole nel ballottaggio per il Campidoglio, potrebbe accedere al ministero per la Salute ed il Wellfare. Inoltre a Michela Vittoria Brambilla spetterebbe l'Ambiente, ad Altero Matteoli le Infrastrutture e i Trasporti, Sandro Bondi sarebbe ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca, e Paolo Bonaiuti dei Beni Culturali.
Come si può vedere, se le cose andranno così, ci saranno moltissime
facce nuove.
Tuttavia bisogna dire che la seconda parte dello schema preventivo, che momentaneamente viene fatta propria da buona parte della stampa, è condizionata dal fatto che in tutto il quadro non appare neppure l'ombra del nome di Gianfranco Fini. Cosa che non è compatibile con l'importanza della figura del capo di AN.
E allora come la mettiamo? Sarà lui a riprendersi il dicastero degli Esteri? Sarebbe lui a prendere il posto in Europa lasciato da Frattini? Oppure salirebbe al vertice del costituendo nuovo partito (Pdl), una volta sciolta Alleanza Nazionale?. Tutti interrogativi che creano perplessità e inducono a rendere evanescente qualsiasi bozza preventiva di Governo. Anche perchè bisogna tenere conto delle voglie di Berlusconi e dei consigli di Gianni Letta.
"Vedrete che ci saranno delle sorprese", parola di cavaliere.

Fra' Galdino

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