Due donne – Lia Bernava e Rosa Nastasi – si stanno cimentando con coraggio in una campagna che dovrebbe avere un forte seguito. Stanche di sentire parlare a vuoto dell’esosità della gestione Ato, hanno promosso un’iniziativa che, nella sua concretezza, dovrebbe finalmente dare una scossa alla ormai stagnante questione dell’eccessivo carico delle bollette emesse dalla società d’ambito (ottimale?) Me2. Dietro la loro spinta, si terrà, domenica 30 marzo, nella piazza San Sebastiano di Barcellona, una manifestazione di protesta organizzata dal coordinamento dei comitati spontanei, sorti appunto per reagire al persistere del cosiddetto carobollette, nonostante le promesse d’intervento degli amministratori, anch’essi consapevoli – almeno a parole – della validità delle lamentele dei cittadini. Dell’iniziativa sono stati informati i sindaci dei comuni che hanno aderito all’Ato Me2 ed il prefetto di Messina, dott. Francesco Alecci, con lettera delle promotrici, che chiedono solidarietà verso l’iniziativa, nell’esclusivo interesse dei cittadini tutti, e particolarmente delle fasce più deboli della popolazione e delle attività commerciali e artigiane colpite da aliquote assurde. Nella lettera si fa notare che, dopo la nomina del nuovo consiglio d’amministrazione, l’Ato Me2 ha comunicato all’Associazione dei consumatori, che aveva richiesto un ridimensionamento delle tariffe, che non è possibile accogliere tale proposta senza mettere in difficoltà finanziaria la gestione Ato, in quanto la riduzione degli introiti renderebbe impossibile la copertura del costo del servizio.
Per cui – si sottolinea nella lettera – si continua ad emettere le solite fatture, anche se il servizio, affidato alla Gesenu, rimane carente, visto che “non sì effettua quanto stabilito nel capitolato d’appalto, dalla raccolta differenziata, allo spazzamento delle strade, fino alla eliminazione delle microdiscariche sparse su tutto il territorio”. Insomma secondo i promotori della manifestazione, "l’Ato ancora non vuole prendere atto del fallimento della sua politica gestionale, ma continua caparbiamente nelle sue pretese”.
“Però– aggiunge il cittadino oberato dall’imposta -non sono stati i nostri sindaci a costituire questo “carrozzone”, e non sono loro che continuano a puntellarlo, invece di cercare altra soluzione più confacente agli interessi della popolazione?”
Chi darà la risposta a questo quesito?
Qualcuno che esorta gli altri a rimboccarsi le maniche?
fra' Galdino
2 commenti:
La situazione dell'ATO è caratteristica e serve ancora una volta a dimostrare ai cittadini barcellonesi il totale disinteresse degli amministratori locali per ciò che riguarda la salute e le tasche di noi tutti.è mai possibile che in tutta italia le ATo siano state uno strumento che ha permesso da un lato il risparmio in bolletta e dall'altro una maggiore attenzione al riciclaggio mentre in sicilia non sono stati altro che carrozzoni che hanno sperperato il (nostro) denaro pubblico?
Da mettersi una maschera....
La Città di Barcellona si è trasformata in una poltiglia puzzolente, VERGOGNA.
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