venerdì 10 dicembre 2010

A BARCELLONA CIO' CHE SI SCOPRE....SI SCOPRE IN RITARDO


PREVENIRE E' MEGLIO CHE CURARE: MA QUI NON SI PREVIENE E (SE SI CURA) SI CURA TARDI E POCO

Dopo avere scoperto che Barcellona Pozzo di Gotto ha un figlio deputato nazionale, di cui si sta parlando tanto per taluni sommovimenti politici, dopo avere subito, già da anni, il marchio di appartenenza ad una città ad alto rischio mafioso, adesso scopriamo che il razzismo, reso eclatante dall'omicidio d'un povero rom, serpeggia in questa città, chissà da quanto tempo.
Un sentimento infido, misto di odio e d'egoismo, che credevamo relegato in altre contrade, coverebbe quindi anche in questa nostra comunità, visto che ci sono stati due ignoti che, armati di fucile a canne mozze, senza esitare l'hanno scaricato, contro una misera baracca di cartone, con dentro delle vite umane? Spegnendo quella, ancor giovanissima, di un uomo, padre e sposo, ignaro di dovere diventare vittima sacrificale di una società ormai senza scrupoli.
Un fatto di sangue che dà una stretta al cuore, ma che deve anche indurre a guardare dentro questa città per scoprire ciò che si sarebbe dovuto vedere prima e che s'è finto d'ignorare.
E qui appare indicativo quanto il giovane collega Saverio Vasta ha scritto - tra l'altro- sulla Gazzetta del Sud, in un pezzo dal titolo
«Atto delinquenziale estraneo alla cultura dell'accoglienza»

«... stupore di scoprire che anche a Barcellona esistano zone grigie in cui per mesi e addirittura per anni, uomini, donne e bambini nomadi vivono baraccati in precarie condizioni abitative e igienico-sanitarie. Eppure il fenomeno in provincia sembra in rapida ascesa e spesso gli accampamenti di fortuna vengono approntati alla luce del sole, come accade a Milazzo, dove gruppi di nomadi si sono stabilmente insediati a Ponente e nei pressi della vecchia stazione. Ma anche a Barcellona non mancano situazioni anomale di roulotte, regolarmente abitate e non solo da stranieri, collocate su suolo pubblico in aree per nulla periferiche. La presenza dei rom a Coccomelli pare comunque fosse nota da tempo. Alcuni volontari l'avevano segnalata anche ai servizi sociali. Le donne si davano all'accattonaggio nei pressi dei supermercati Famila e Lidl ed erano state viste più volte rovistare tra i sacchetti dell'immondizia sul lungomare di Spinesante. In un terreno vicino attingevano l'acqua da una fontana. «Non eravamo a conoscenza di questo caso – ci dice Gabriella Villarosa della Crocerossa – Solitamente in situazioni simili interveniamo in soccorso con i mezzi a nostra disposizione e interpelliamo le istituzioni, come avvenne due anni fa per la comunità di nomadi albanesi che si era insediata sotto il ponte di Terme Vigliatore. Ci fu un rogo e rimasero senza niente. Li aiutammo e sollecitammo anche il sindaco a intervenire....»
E così abbiamo scoperto che esiste persino una Croce Rossa, che interviene quando viene informata...
Ma quante cose ancora dobbiamo scoprire in questa città...dimenticata?

3 commenti:

Andrea ha detto...

Il Far West piace a tutti: c'è che sfugge agli indiani e chi ne è infilzato dalle frecce e la città soffre. Barcellona è una delle città con il più alto tasso d'illegalità.

Anonimo ha detto...

La lupara è un fucile da caccia con due canne lisce affiancate (doppietta) a cui sono state mozzate le canne per contenerne la lunghezza ed essere utilizzato più facilmente tra la vegetazione.Il nome "lupara" deriva dal fatto che quest'arma veniva largamente utilizzata per cacciare i lupi usando cartucce caricate con pallettoni da 6 millimetri (il cosiddetto munizionamento spezzato N°4).
In tempi più recenti invece è stata conosciuta tristemente per il suo diffuso utilizzo nei delitti di mafia.
Secondo alcune fonti vicine alla 'ndrangheta calabrese, per lupara non si intende il tipo di fucile, ma il modo di preparare i pallettoni, che vengono legati con del filo d'acciaio in modo da accrescere l'effetto dilaniante sulle carni delle vittime. È questo il motivo per il quale, in un omicidio, viene immediatamente riconosciuto il metodo della lupara, benché raramente l'arma venga ritrovata. [WIKIPEDIA]
SPARA UNA LUPARA, UCCIDE UN BARCELLONESE, E' MAFIA!
SPARA UNA LUPARA, UCCIDE UN ROM, ED E' SUBITO RAZZISMO!!
Al di la di cio' che credono o vogliono far credere inquirenti e giornalisti, quanto e' credibile lo sfondo xenofobo in questo omicidio? Perche' proprio questo straniero e non un'altro delle migliaia che ospitiamo e a cui diamo lavoro?
Perche'sparare proprio con un'arma di mafia,con modalita' proprie dell'agguato, e non picchiare o briciare come fanno gli altri razzisti in giro per l'Italia?
Ahime' perche' gettare ulteriore fango su sta cittadina gia' logora?
A chi puo' giovare tutto questo...?

barcellonablog ha detto...

Anonimo, il tuo ragionamento non fa una grinza e avrai capito pure che chi ha scritto il post mette in dubbio la tesi del razzismo, più volte ventilata da questa stampa nostrana, per la quale Barcellona è come il fumo per gli occhi.
Avrei però gradito che l'anonimo non si fosse firmato anonimo....

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