Ero ancora minorenne quando si votò il Referendum del 2 e 3 giugno 1946, e ricordo che come molti altri ragazzi, ancora imbevuti della retorica delle nostre scuole (elementare e media), pensavo che la Monarchia dovesse rimanere in Italia, tanto che, in occasione della venuta a Messina di Umberto II, partecipai all'oceanico incontro con il giovane simpatico sovrano.
Eravamo troppo giovani, forse, per capire se il nostro schieramento fosse spontaneo e giusto.
Comunque, avvenne poi che la sfida tra Monarchia e Repubblica si concluse con la sconfitta di misura della vecchia istituzione e noi pensammo che a ciò avesse contribuito l'antipatia verso il re Vittorio Emanuele III.
Eravamo ragazzi.
Ricordo che ci furono allora polemiche per sospetto di brogli elettorali. Comunque presto non se ne parlò più tanto e la neonata Repubblica potè crescere, accolta e nutrita dallo spirito democratico dei suoi "Padri", quelli che poi avrebbero costruito l'architettura del nuovo Stato: la Costituzione Italiana.
Eravamo troppo giovani, forse, per capire se il nostro schieramento fosse spontaneo e giusto.
Comunque, avvenne poi che la sfida tra Monarchia e Repubblica si concluse con la sconfitta di misura della vecchia istituzione e noi pensammo che a ciò avesse contribuito l'antipatia verso il re Vittorio Emanuele III.
Eravamo ragazzi.
Ricordo che ci furono allora polemiche per sospetto di brogli elettorali. Comunque presto non se ne parlò più tanto e la neonata Repubblica potè crescere, accolta e nutrita dallo spirito democratico dei suoi "Padri", quelli che poi avrebbero costruito l'architettura del nuovo Stato: la Costituzione Italiana.
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2 giugno 1946: «È nata la Repubblica Italiana» - Il Sole 24 ORE
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