La fondazione Nicolaci-Bonomo (IPAB di Barcellona), dopo che il 30 novembre u.s. era scaduto il consiglio d'amministrazione, è finalmente entrata sotto commissariamento. Nominato dall'Assessore Regionale agli enti locali, s'è già insediato in qualità di commissario il dottor Antonino Proetto, il quale dovrà provvedere ad un esame della situazione e alle pratiche necessarie per la costituzione del nuovo organo amministrativo. Anche se sono trascorsi tre mesi di vacanza amministrativa, alla fine è avvenuto quanto era stato auspicato dal segretario della Cgil di Barcellona, Salvatore Chiofalo, che preoccupato per lo stato di rilassatezza in cui l'ente rimaneva, con danno oltre che per il vasto patrimonio per i diritti e le spettanze dei dipendenti dell'Ipab, riteneva che urgesse una mano diretta dell'Assessore per dare una prospettiva positiva all'ingarbugliata situazione, resa ancor più precaria in seguito alla perplessità del Commune di accollarsi l'onere della gestione IPAB.
In occasione della scadenza del CdA, il responsabile della locale Camera del Lavoro, ritenendo improbabile il suo rinnovo in tempi ravvicinati, ebbe a sollecitare il commissariamento per addivenire ad un confronto con il Sindacato in ordine alla sanatoria di talune inadempienze della passata amministrazione a danno dei dipendenti Ipab, e nel contempo, per creare la possibilità di trattare con l'ente Comune, al fine di vagliare con chiarezza ed obiettività la proposta regionale di trasferire a titolo gratuito tutti i beni patrimoniali Ipab, assieme al personale, allo stesso Comune.
Solo in tale maniera, a giudizio del sindacalista Chiofalo, sarebbe possibile sgombrare "il caso Ipab" di tutte le ombre, che non giovano certamente, nè alla causa dei lavoratori, nè agli amministratori locali nè all'intera cittadinanza. Il responsabile sindacale sosteneva e continua a sostenere che sarebbe utile, tra l'altro, capire se corrisponde al vero che l'Ipab di Barcellona vanti, secondo l'ultimo bilancio, risorse per 650.000 Euro, e perchè mai per tanti mesi non erano state remunerate le maestranze.
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