L'assemblea dei sindaci dell'ATO ME2, riunitasi ieri per prendere decisioni importanti, ha dato l'impressione ancora una volta di muoversi con tutti i difetti riscontrabili in una seduta condominiale.
Le discussioni sono state tante e in buona parte contrastanti, anche se l'obiettivo era uno solo: riconoscere unanimente la necessità di emancipare i trentotto Comuni da un ente che praticamente ha smentito le proprie prerogative di Ambito Territoriale Ottimale.
Il presidente Andrea Paratore, imitato dall'amministratore delegato di Ato Me2, ha minacciato di dimettersi, probabilmente stanco della litigiosa atmosfera condominiale. Ma avrà forse pure capito che, se si è giunti a tale stato di cose, ciò si deve al modo in cui si è finora operato in un ente societario con compito e finalità estremamente delicati ed impegnativi.
Di chi sia la responsabilità dello stato di disagio che soprattutto colpisce gli utenti, non sta certamente a noi stabilirlo. Tuttavia, considerato che pure noi, come gli altri, siamo stati chiamati a pagare bollette ritenute non regolari, lasciateci dire: "Adesso basta". Perchè non si può più procedere rattopando alla meno peggio gli strappi finora fatti a danno della comunità. L'assemblea, anche se a stretta maggioranza, si è premurata a formalizzare quanto da essa era stato precedentemente trascurato e, di conseguenza, dalla Commissione Tributaria redarguito: e ha fatto bene, perchè così ha impedito che, alla beffa di tariffe ritenute "illegali" e finora ugualmente pagate, si aggiungesse il danno della protesta delle maestranze a rischio di salario e di tredicesima. Tuttavia, nonostante questa responsabile decisione, per il resto si è continuato a rimanere nel vago, decidendo provvisoriamente di riscuotere la metà della tariffa stabilita, in attesa che prima o poi si riesca a determinare l'equo e giusto da prelevare. L'unica cosa che s'è decisa con chiarezza e all'unanimità è stata la modifica, davanti ad un notaio, dell'art. 17 dello statuto, in base alla quale è stato ridotto da 7 a 3 il numero dei componenti del Consiglio d'Amministrazione; il che sarà una piccola consolazione, in ordine alla necessaria politica del risparmio: una goccia d'acqua in un mare di esigenza economica, che tanto assilla un ente certamente poco amato dalla popolazione. Resta ora da costatare quanto tempo ci vorrà per scegliere i tre nuovi consiglieri. E se saranno davvero nuovi.
Le discussioni sono state tante e in buona parte contrastanti, anche se l'obiettivo era uno solo: riconoscere unanimente la necessità di emancipare i trentotto Comuni da un ente che praticamente ha smentito le proprie prerogative di Ambito Territoriale Ottimale.
Il presidente Andrea Paratore, imitato dall'amministratore delegato di Ato Me2, ha minacciato di dimettersi, probabilmente stanco della litigiosa atmosfera condominiale. Ma avrà forse pure capito che, se si è giunti a tale stato di cose, ciò si deve al modo in cui si è finora operato in un ente societario con compito e finalità estremamente delicati ed impegnativi.
Di chi sia la responsabilità dello stato di disagio che soprattutto colpisce gli utenti, non sta certamente a noi stabilirlo. Tuttavia, considerato che pure noi, come gli altri, siamo stati chiamati a pagare bollette ritenute non regolari, lasciateci dire: "Adesso basta". Perchè non si può più procedere rattopando alla meno peggio gli strappi finora fatti a danno della comunità. L'assemblea, anche se a stretta maggioranza, si è premurata a formalizzare quanto da essa era stato precedentemente trascurato e, di conseguenza, dalla Commissione Tributaria redarguito: e ha fatto bene, perchè così ha impedito che, alla beffa di tariffe ritenute "illegali" e finora ugualmente pagate, si aggiungesse il danno della protesta delle maestranze a rischio di salario e di tredicesima. Tuttavia, nonostante questa responsabile decisione, per il resto si è continuato a rimanere nel vago, decidendo provvisoriamente di riscuotere la metà della tariffa stabilita, in attesa che prima o poi si riesca a determinare l'equo e giusto da prelevare. L'unica cosa che s'è decisa con chiarezza e all'unanimità è stata la modifica, davanti ad un notaio, dell'art. 17 dello statuto, in base alla quale è stato ridotto da 7 a 3 il numero dei componenti del Consiglio d'Amministrazione; il che sarà una piccola consolazione, in ordine alla necessaria politica del risparmio: una goccia d'acqua in un mare di esigenza economica, che tanto assilla un ente certamente poco amato dalla popolazione. Resta ora da costatare quanto tempo ci vorrà per scegliere i tre nuovi consiglieri. E se saranno davvero nuovi.
1 commento:
Che la pezza, messa dall'assemblea dei sindaci al regolamento dichiarato illegittimo dalla Commissione Tributaria, raggiungerà gli scopi voluti è ancora tutto da vedere...
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