lunedì 29 agosto 2011

BARCELLONA: LETTERA APERTA AL SINDACO CANDELORO NANIA SULLA QUESTIONE DEL SEME


CHE IL SEME D'ARANCIA NON SI TRASFORMI NEL "CLASSICO SEME DELLA DISCORDIA"


Caro Candeloro,


mi permetto di scriverti questa lettera, riguardante il trambusto determinato in questi giorni intorno alla scultura di Emilio Isgrò, il Seme d'arancia.

Si ha notizia che, sull'onda della discussione generata dalla decisione del Comune di spostare il Seme d'arancia, da piazza Stazione vecchia al vicino ex scalo ferroviario, si stiano mobilitando in difesa del principio dell'intangibilità dell'arte, personaggi ed enti legati all'arte contemporanea.
Già Alfonso Leto e i dirigenti del Museo Riso di Palermo si sono espressamente pronunciati dissentendo - come d'altronde l'autore dell'opera - nei confronti di un'operazione di smantellamento e di mutamento dell'ubicazione di un'opera ritenuta significativo emblema artistico della nostra città.
Tra l'altro verrebbe sottolineata l'indiscrezionalità di Voi amministratori nel gestire un'operazione così impegnativa, per la cui decisione non avreste tenuto conto della presenza diretta di Emilio Isgrò.
Il quale lamenta che soltanto in un vostro
"incontro informale" in un ristorante cittadino gli fu prospettata, sì, l’ipotesi di uno spostamento della sua opera Seme d’arancia, ma sempre in via ipotetica, da sottoporre comunque alla sua approvazione, previo un regolare atto formale da parte del Comune.
Questa affermazione, non c'è bisogno che te lo dica, è tratta da una delle lettere che recentemente Isgrò t'ha inviato.
E nella quale aggiunge: "Manifestai subito la mia contrarietà allo spostamento, ma dietro la vostra insistenza “amichevole” rinviai una risposta definitiva alla visione del progetto che voi prometteste di inviarmi con una lettera ufficiale di accompagnamento".
"Invece non ho ricevuto mai niente, come non ha mai ricevuto niente l’architetto Bruno Isgrò. (Il che mi fece pensare a una rinuncia al progetto da parte vostra)". "Onestamente - conclude Emilio Isgrò - non mi pare che una questione così seria e importante (soprattutto per la città) possa essere risolta con un incontro conviviale e con qualche pacca sulle spalle".
Se così stanno le cose - e non ci dovrebbe essere alcun dubbio - Emilio Isgrò, non solo dal punto di vista formale, ha ragione da vendere, per cui la prima cosa che questa Amministrazione Comunale dovrebbe fare sarebbe una
pubblica scusa, che vada oltre la già citata pacca sulle spalle.
E farla subito, senza più tergiversare: anche se bisognerebbe che il concittadino Emilio si rendesse conto che l'ubicazione nella piazzetta della Stazione vecchia non è stata mai felice quanto lui aveva sperato; anzi infelicisima s'era rivelata nel tempo, sia per la trascuratezza nei confronti del sito e la rachiticità degli aranci ornamentali, sia per il soffocante traffico che di quel posto aveva fatto una miserabile rotonda.
Oltre che per la spregevole deturpazione operata da qualche graffitomane.
Questi particolari, che potrebbero costituire spunto reale per consigliare un miglioramento dell'ubicazione, sia pure con un lieve spostamento, dovrebbero venire a conoscenza pure di quanti, avendo visto probabilmente soltanto in cartolina il "Seme d'Arancia", non possono rendersi conto dello stato di degrado in cui finora è stato coinvolto il sia pure artistico "Seme d'arancio".

Cordiali saluti

Francesco Cilona.

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