
Non è stato convalidato  l'arresto dei tre studenti universitari fermati dalla polizia sabato  scorso davanti al liceo classico Umberto I di Palermo, nel corso di una  manifestazione antifascista non autorizzata. I ragazzi, Francesco  Mascolino, Ruggero Mascazzini e Cesare Casarino, che insieme ad altri  tre studenti sono accusati di lesioni e resistenza a pubblico ufficiale e  manifestazione non autorizzata, avevano organizzato un sit-in della  rete "Red block", rischiando di venire allo scontro con alcuni gruppi di  destra appartenenti a Casa Pound e Forza Nuova.
 La polizia chiamata dal preside -  L'intervento della polizia, chiamata dal preside della scuola, ha  scongiurato il contatto tra le due fazioni, ma ha determinato un  parapiglia tra i manifestanti e le forze dell'ordine stesse. Durante gli  scontri alcuni agenti hanno riportato lievi contusioni. Fra i giovani  fermati dalla Digos, anche il figlio del sindaco di San Mauro  Castelverde, comune in provincia di Palermo, che ha raccontato di essere  stato "aggredito in modo selvaggio" dagli agenti prima di essere  ammanettato e condotto in questura.
 "500 persone a sostegno dei giovani" -  L'udienza era iniziata circa venti minuti dopo mezzogiorno: erano  entrati in aula senza manette e i poliziotti stavano a distanza.  Intanto, all'esterno circa cinquecento studenti e appartenenti a sigle  di sinistra e antifasciste, in presidio nello spazio tra piazza della  Memoria e il nuovo Palazzo di giustizia di Palermo, non hanno mai smesso  di protestare e di chiedere la liberazione dei compagni, contestando le  modalità dell'intervento della Digos sabato scorso e scandendo slogan  come "Tutti liberi, tutti liberi".
 "Risposta sproporzionata" -  A loro si sono uniti i liceali dell'Umberto giunti in corteo al termine  di un'assemblea, ai quali si sono aggiunti gli studenti del Garibaldi e  del Cannizzaro. Presenti anche sindacalisti e docenti che giudicano  sproporzionata la risposta degli agenti a quanto accaduto due giorni fa.(Fonte notizia Ticali)
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