
Si stanno rompendo le ossa tra di loro, eppure addebitano lo sfascio al Presidente della Repubblica, ridivenuto improvvisamente il solito comunista mangiabambini, per avere ricordato a chi spetta intervenire nel caso in cui venga a mancare la maggioranza in Parlamento.
La precisazione di Napolitano non è andata giù a Berlusconi, che sempre s'è ritenuto l'intangibile eletto dal popolo.
Cosicché i suoi "aficionados" - aficionados direi più allo scanno anzicché a lui che gliel'ha procurato - ora si scagliano contro il vero garante della Costituzione, addossandogli l'aggravante di avere espresso il suo monito in un'intervista all'Unità, che non solo è "giornale di partito", ma addirittura del "suo" partito.
Questo è il ragionamento dei berluscones che, poverini, di "giornali" dalla loro parte non ne riconoscono neppure uno, visto che "Libero" "Il Giornale", "Il Tempo" "Panorama" e tanti quotidiani regionali e provinciali ( e qui ci metto i tre nostrani) sono accaniti antiberlusconiani.
Dicevo che nel centrodestra se le stanno dicendo e dando di "santa" ragione, facendo a gara a chi debba intervenire prima per rompere le corna a coloro con cui sono stati, per una dozzina e oltre d'anni, assieme e complici nel fare il bello e il cattivo tempo sull'Italia: più cattivo - in verità - che bello.
Forse il bello ( o il peggio?) viene adesso che le corna se le stanno rompendo tra di loro: per cui consiglierei di lasciargli almeno la consolazione di comportarsi come il bue della favola che disse cornuto all'asino.
Anche se ignorano che l'asino - nonostante tutte le inique denigrazioni a suo carico - è sempre stato un gran lavoratore e, quindi, creatura "nobile" .
Non si dice che "Labor nobilitat asinum"?
FRA' GALDINO
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