
Da un po' di tempo mi capita di percorrere la SS113, nel tratto quasi sempre intasato che attraversa i Comuni

Il traffico è semplicemente sconfortante, eppure accade che, all'andirivieni infernale di automezzi grossi e piccoli, si intreccia il proliferare di sfilate di corridori ciclisti, in allenamento in quel turbinio di macchine, autocarri, betoniere, autcompattatori, eccetera, che ingombrano pericolosamente la strada, costretta in gran parte tra le case dei due paesi limitrofi.
Capita che, qualche volta, qualcuno dei ciclisti venga urtato e possono essere guai, per l'investito e l'investitore. Ma quel che maggiormente dovrebbe essere considerato preoccupante e incomprensibile è l'incauta scelta del tragitto da parte degli atleti, la cui incolumità è a rischio, oltre che per l'eventualità d'incidenti, per l'insalubrità dell'aria che respirano, a causa dell'inquinamento prodotto dal traffico.
E non mi si dica che, lungo la via Nazionale, durante il fine settimana - generalmente scelto dai corridori in allenamento - i rischi si minimizzano, perchè ciò non risponde alla realtà.
Stamani, benché fosse di sabato, lungo il tratto che attraversa Falcone, in appena dieci minuti oltre alle macchine in transito ho avuto la possibiltà di assistere al faticoso passaggio di un'autocisterna, un grosso camion e diversi autocompattatori: i primi produttori di CO2 e gli ultimi di quell'ormai sperimentato fetore avvertito giorni or sono, oltre nauralmente la propria dose di ossido di carbonio.
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