
IL PRESIDENTE DELLA CAMERA SPRONA IL SUO PARTITO A NON RENDERSI SUCCUBE DELLA LEGA
Che Gianfranco Fini attendesse il momento propizio per esternare in maniera esplosiva la sua linea maturata in questi ultimi tempi, in cui invano s'era cercato di dimensionarlo, a mio giudizio, era lapalissiano. L'occasione per farlo gliel'anno offerta - consapevolmente o no - il Pd con la sua festa e il Carroccio, con le sue ultime "pretese" sull'immigrazione, il caldissimo problema che in questa infocata estate ha persino superato, i parametri del solleone.
Dal palco dal della festa del Pd a Genova, il presidente della Camera dei deputati ha affermato la necessità che, sul tema dell'immigrazione, il Pdl affini il suo approccio, rendendosi conto che su un tale problema "non si può limitare a produrre una politica che è la fotocopia rispetto all’originale, dove per originale si intende la Lega, e da che mondo e mondo si sa che l’originale è più gradito della fotocopia", ."Il tema dell’immigrazione non va affrontato né con un approccio segnato “dall’emotività”, né guidato solo dalla “pur necessaria” volontà di “garantire la sicurezza dei cittadini”, perché questo rappresenterebbe un “approccio parziale, miope e sbagliatto. Insomma siamo di fronte ad «tema epocale, che va affrontato con risposte globali e lungimiranti, garantendo i diritti fondamentali della persona, a prescindere dal fatto se l’immigrato sia regolare o clandestino, ma anche il rispetto delle regole, perchè il lassismo rischia di scatenare l’intolleranza e il rifiuto". Facendo sempre riferimento ai diritti della persona umana , Fini ha annunciato che farà di tutto "per cambiare la legge sul fine vita rispetto alla versione del Senato, perché i temi etici appartengono solo alla coscienza individuale dei singoli parlamentari. Non può essere la Chiesa a decidere"..
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