martedì 30 giugno 2009

ANCORA UNA BOLLA DI SAPONE IN "ATO ME 2" ORA C'E' PIU'CONFUSIONE CHE ALTRO.


Barcellona P.G, Basicò, Condrò, Furnari, Librizzi, Montagnareale, Patti, Rometta, San Filippo del Mela, San Pier Niceto, Saponara, Torregrotta, Tripi, Valdina, Villafranca Tirrena: sono i quindici Comuni che ieri hanno mandato un loro rappresentante alla riunione dei sindaci (o loro delegati) dei 38 Comuni che, nella fascia tirrenica della nostra Provincia, fanno parte della Società ATO ME 2, quella stessa che avrebbe il compito di mantenere pulito il nostro ambiente in maniera ottimale e che invece è ormai nell'occhio del ciclone per inottemperanze e pretese non condivise dalla popolazione utente. Quindi, nella riunione convocata presso il Palazzo Municipale di Barcellona, Comune capofila, si sono presentati meno della metà dei "soci", per affrontare un ordine del giorno sul bilancio d'esercizio, per l'approvazione del quale tale numero dovrebbe essere considerato insufficiente. Comunque - numero o non numero- il bilancio non è stato nemmeno discusso e la sua eventuale approvazione è stata rinviata ad altra data.
E ad evitare ciò non è valsa la presenza, nella seduta, del direttore amministrativo di ATO ME 2, Giuseppe Mondello, del presidente del collegio dei revisori, Orazio Russo, e dell'amministratore delegato, Santi Gangemi: indispensabile, questa, in quanto attualmente il C.d.A. è decapitato per le dimissioni del presidente, Andrea Paratore.
E allora che cosa s'è deciso in una riunione che, qualche giorno prima, l'assessore provinciale alle partecipazioni, Michele Bisignano, aveva definito inutile, essendo stata indetta da un CdA che la Provincia ritiene illegale?
A nostro parere nulla di determinante: al più s'è espresso un suggerimento al Consiglio d'Amministrazione ATO ME2 - quello stesso "inficiato" dalla Provincia - di sospendere le famigerate bollette di conguaglio, che tante proteste hanno suscitato, e di cercare di compensare le difficoltà del bilancio, emettendo in anticipo le fatture del prossimo quadrimeste.
Un piccolo gioco delle tre carte?
Se le cose stanno cosi' - e non crediamo in buona fede che stiano tanto diversamente - non può che meravigliare - sempre se risponde a verità - la mezza soddisfazione espressa dal sindacato che - secondo quanto è riportato da un giornale - avrebbe considerato un primo passo utile quello fatto nella riunione per la sospensione del conguaglio.
Intanto la gente non vuole la sospensione, bensì l'annullamento del conguaglio in quanto illegale, e pretende che tale annullamento sia deliberato e non soltanto proposto. Caso mai potrebbe essere consolante l'apprendere che c'è stato nei presenti alla riunione l'unanime riconoscimento della illegalità dell'iniziativa del CdA ATO ME2 e un po' meno che esiste un annuncio secondo cui quanto prima - speriamo presto - il CdA si riunirà per dar corpo al suggerimento. Che non sia quello della sospensione, ma del definitivo annullamento di bollette rigettate dal buon senso.

7 commenti:

franzsidoti ha detto...

L'obiettivo del cittadino responsabile non è non pagare le bollette ritenute ormai da più parti illegali ma quello di operare in massa per fare annullare, non sospendere, le bollette illegali.C'è il fondato sospetto che questi sindaci non si riuniranno in tempi brevi in seduta legalmente valida per decidere le oppurtune direttive da dare al cda dell'ato 2,dopo aver sanato la lacuna della rappresentanza della provincia in seno al cda.E allora sarebbe opportuno pensare a reiterare la manifestazione del 25 u.s. a livello provinciale o più in alto.

Filippo ha detto...

Questo persone si della Ditta Ato si della Ditta Gesenu, devono andare in carcere, sono dei magiasoldi.

rino ha detto...

Sull'argomento, a mio modesto avviso, và compiuta una preliminare distinzione afferente per un verso alla bollettazione, nella sua illegittima formulazione, presupposta alla richiesta di conguaglio, e per altro verso all'obbligo di conguaglio.
Per quanto concerne l'obbligo di conguaglio, questo sussiste e non è derogabile: riguarda la naturale conseguenza del principio posto a base della Tariffa di Igiene Ambientale (T.I.A.), ovverosia che "chi inquina, paga", ossia del criterio secondo cui il 100% del costo del servizio ricade sul cittadino-utente, che produce il rifiuto. Siffatto principio-criterio di matrice comunitaria dovrebbe spingere ed auspicare ad una maggiore responsabilizzazione del cittadino, a ché questi produca meno rifiuti, e verso una spinta rivolta all'introduzione ed alla diffusione della raccolta integrata e differenziata, nella quale il rifiuto da problema emergenziale diviene risorsa da valorizzare ed immettere nel circuito del riciclo. Pertanto al di là dei profili di illegittimità che, previo approfondimento tecnico, dovrebbero condurre all’annullamento in autotutela della bollettazione, và detto che il servizio andrebbe gestito meglio, attraverso il pedissequo rispetto delle obbligazioni contrattuali, e nel contempo và dato luogo ad una campagna di sensibilizzazione che dovrebbe aiutare a rendere più consapevole il cittadino che il ciclo-rifiuti non è qualcosa di estraneo alla sua vita, ma rimane parte integrante che và gestita attraverso una interpretazione consapevole ed intelligente della società dei consumi che da sbracata é, secondo Bauman, divenuta liquida, ma deve ancora approdare a scelte condivise, che devono condurre ad approcci migliorativi.

Anonimo ha detto...

28 giugno 2009-9,33 RINO HA DETTO:caro Orazio sai che ti apprezzo, ma il tuo discorso mi sembra un pò astratto, laddove si parla di raccolta integrata e differenziata, che comunque per legge andrebbe avviata e portata a compimento, ma che, invece, per i costi proibitivi, per il numero di personale richiesto per il porta a porta e per la diseducazione di noi cittadini ancora mi sembra cosa lontana dal verificarsi...

30 giugno 2009 19,38
rino ha detto:
auspicare ad una maggiore responsabilizzazione del cittadino, a ché questi produca meno rifiuti, e verso una spinta rivolta all'introduzione ed alla diffusione della raccolta integrata e differenziata, nella quale il rifiuto da problema emergenziale diviene risorsa da valorizzare ed immettere nel circuito del riciclo.

Carlo ha detto...

Sicuramente noi cittadini siamo irresponsabili, incivili, poco rispettosi e tutto quello che vuoi. Però è altrettanto certo che questa non deve essere mai una scusa per giustificare l'operato penoso (su tutti i fronti) di chi gestisce. Sono sicuro che se si fosse deciso di intraprendere la raccolta differenziata in maniera decisa, dei risultati sarebberò stati raggiunti.

Un proverbio napoletano dice: "u pesce fete da a capa".

Carlo ha detto...

Comunque il cittadino ha si l'obbligo di pagare il servizio. Il problema è che il servizio continua a peggiorare e parallelamente vengono chiesti sempre più soldi al cittadino. Questi ATO sarebberò dovuti servire a l'esatto contrario, invece si sono trasformati nell'ennesima presa in giro, hanno creato molte altre poltrone in più da riempire(ben pagate), e ora si stanno attaccando alle tasche degli utenti per risolvere i loro sperperi.

rino ha detto...

A chi mi ha rimproverato una presunta contraddizione tra due miei post rispondo nell'esercizio del diritto di replica: tra quello che dico ad Orazio, mio amico, e quello che tento successivamente di elaborare sottolineo una lieve differenza tra l'attuale realtà vissuta (che comunque esiste irta di difficoltà irrisolte) e la realtà virtuale auspicata (carica di speranze e senza certezze). Senza albagia non vedo incoerenze.

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