Il sindaco Candeloro Nania
Barcellona Pozzo di Gotto
Dopo tanti appelli del Presidente della Repubblica ad unire le forze per affrontare la crisi - tanti e talmente ripetuti da diventare inefficaci - adesso anche il Sindaco di Barcellona ci si mette ad avanzarne uno suo proprio alla cittadinanza, per sollecitarla ad essere compatta nell'evitare di dipingere la città secondo etichette ormai superate e a non farsi vincere dalla "sfiducia organizzata", la quale - a suo giudizio - è la bestia nera da sconfiggere se si vuole valorizzare l'immagine vera della città del Longano.
Questo, in sintesi, l'abbrivio di un'intervista rilasciata al giornalista Mario di Paola dal dott. Candeloro Nania che, nella sua qualità di primo cittadino barcellonese, si professa in grado di rivendicare alla sua "gestione di Palazzo Longano una costante azione tesa al rispetto della legalità".
Excusatio non petita? Niente affatto..
Il sindaco Nania arriva a questa rivendicazione partendo da un concetto plausibile, secondo cui "il Comune è la carta assorbente di tutti i problemi locali".
Sennoché, ciò gli fa sentire il "bisogno di chiamare tutte le forze attive che operano in città a partecipare ad un cammino condiviso. Per fare questo bisogna acquisire l'identità di una comunità coesa, che prer prima cosa deve appropriarsi di un bene immateriale, il quale produce però nel tempo benefìci concreti: un'immagine esterna credibile. Al di fuori di vecchi stereotipi che ci hanno sin qui penalizzato- insiste il sindaco - rivendichiamo il diritto delle persone per bene, che sono la stragrande maggioranza nella nostra città". Ovviamente i vecchi stereotipi di cui parla, nella sua intervista , Candeloro Nania, e dei quali bisogna liberare la città, sarebbero quelli macchiati dai tanti delitti commessi in questo centro negli ultimi decenni del secolo scorso, ed insistere su tale ruggine - lui pensa - sarebbe deleterio per l'immagine di Barcellona Pozzo di Gotto.
Ma basterebbe un colpo di spugna alla memoria storica, per potere intraprendere un cammino solidalmente sostenuti dalle persone per bene?
Si potrà, prima o poi, creare un'immagine nuova, se non addirittura ricostruire la verginità, nella nostra città, demolendo il recente passato?
Se lui la pensa così, vuol dire che la sua fiducia di ripresa è talmente diamantina che prima o poi la nuova immagine auspicata potrà dare i suoi buoni frutti. Sarà! Ma per un maquillage del genere ci vorrebbe un estetista tanto bravo da mettere la città in uno stato di rinascita che la riscattasse dalla turbolenza del passato.
E allora c'è da chiedere se questa Amministrazione sia, con l'aiuto dei "migliori", in grado di cancellare anche il degrado attuale: quello cioè del caos cittadino, della mancanza di servizi, delle sporcizie che insozzano la città e deturpano le spiagge, corrose dal mare, dei marciapiedi fracassati, dell'assoluta inefficenza nella vigilanza urbana, della microcriminalità crescente, della persistente tela di Penelope di cui lo stesso sindaco ha parlato, riferendosi ai molteplici lavori presi, sospesi, ripresi e risospesi, come avveniva per la tela della moglie di Ulisse.
Potrebbe, forse, riuscire nell'intento, mettendo sotto il tappeto il polverone delle segnalazioni e delle molteplici critiche e lamentele dei cittadini. Creando così una bella immagine virtuale della nostra città, un po' come fa mister sorriso con l'Italia.
Basterebbe affermare che tutto va bene e che quel poco che non va è possibile trovarlo anche in molti altri Comuni del Mezzogiorno d'Italia, per mettere a posto la coscienza di tutti : amministratori e persone per bene.
Assicuro che questa non è semplice ironia. E' solo amarezza.
Comunque, nell'intervista del Sindaco due riferimenti mi sembrano realistici : uno quando Nania parla del fermo della discarica di Mazzarrà e non riesce a spiegarsi come mai non si sia intervenuti con la necessaria urgenza per ripristinarne l'accesso, mediante la riparazione della strada franata - e tuttavia rimane strano che nessuno abbia ascoltato questa sua autorevole recriminazione -; l'altro quando, sottolineando l'importanza di una adeguata valorizzazione della simbiosi tra gli ospedali di Milazzo e Barcellona, riesce persino a dire che Duilia non sarebbe più un utopia, se si avesse il coraggio di guardare oltre il Mela.
Per cui si compiace della nuova prospettiva determinata dalla lunga arteria che si sta costruendo tra Barcellona e Milazzo.
fra' Galdino
Questo, in sintesi, l'abbrivio di un'intervista rilasciata al giornalista Mario di Paola dal dott. Candeloro Nania che, nella sua qualità di primo cittadino barcellonese, si professa in grado di rivendicare alla sua "gestione di Palazzo Longano una costante azione tesa al rispetto della legalità".
Excusatio non petita? Niente affatto..
Il sindaco Nania arriva a questa rivendicazione partendo da un concetto plausibile, secondo cui "il Comune è la carta assorbente di tutti i problemi locali".
Sennoché, ciò gli fa sentire il "bisogno di chiamare tutte le forze attive che operano in città a partecipare ad un cammino condiviso. Per fare questo bisogna acquisire l'identità di una comunità coesa, che prer prima cosa deve appropriarsi di un bene immateriale, il quale produce però nel tempo benefìci concreti: un'immagine esterna credibile. Al di fuori di vecchi stereotipi che ci hanno sin qui penalizzato- insiste il sindaco - rivendichiamo il diritto delle persone per bene, che sono la stragrande maggioranza nella nostra città". Ovviamente i vecchi stereotipi di cui parla, nella sua intervista , Candeloro Nania, e dei quali bisogna liberare la città, sarebbero quelli macchiati dai tanti delitti commessi in questo centro negli ultimi decenni del secolo scorso, ed insistere su tale ruggine - lui pensa - sarebbe deleterio per l'immagine di Barcellona Pozzo di Gotto.
Ma basterebbe un colpo di spugna alla memoria storica, per potere intraprendere un cammino solidalmente sostenuti dalle persone per bene?
Si potrà, prima o poi, creare un'immagine nuova, se non addirittura ricostruire la verginità, nella nostra città, demolendo il recente passato?
Se lui la pensa così, vuol dire che la sua fiducia di ripresa è talmente diamantina che prima o poi la nuova immagine auspicata potrà dare i suoi buoni frutti. Sarà! Ma per un maquillage del genere ci vorrebbe un estetista tanto bravo da mettere la città in uno stato di rinascita che la riscattasse dalla turbolenza del passato.
E allora c'è da chiedere se questa Amministrazione sia, con l'aiuto dei "migliori", in grado di cancellare anche il degrado attuale: quello cioè del caos cittadino, della mancanza di servizi, delle sporcizie che insozzano la città e deturpano le spiagge, corrose dal mare, dei marciapiedi fracassati, dell'assoluta inefficenza nella vigilanza urbana, della microcriminalità crescente, della persistente tela di Penelope di cui lo stesso sindaco ha parlato, riferendosi ai molteplici lavori presi, sospesi, ripresi e risospesi, come avveniva per la tela della moglie di Ulisse.
Potrebbe, forse, riuscire nell'intento, mettendo sotto il tappeto il polverone delle segnalazioni e delle molteplici critiche e lamentele dei cittadini. Creando così una bella immagine virtuale della nostra città, un po' come fa mister sorriso con l'Italia.
Basterebbe affermare che tutto va bene e che quel poco che non va è possibile trovarlo anche in molti altri Comuni del Mezzogiorno d'Italia, per mettere a posto la coscienza di tutti : amministratori e persone per bene.
Assicuro che questa non è semplice ironia. E' solo amarezza.
Comunque, nell'intervista del Sindaco due riferimenti mi sembrano realistici : uno quando Nania parla del fermo della discarica di Mazzarrà e non riesce a spiegarsi come mai non si sia intervenuti con la necessaria urgenza per ripristinarne l'accesso, mediante la riparazione della strada franata - e tuttavia rimane strano che nessuno abbia ascoltato questa sua autorevole recriminazione -; l'altro quando, sottolineando l'importanza di una adeguata valorizzazione della simbiosi tra gli ospedali di Milazzo e Barcellona, riesce persino a dire che Duilia non sarebbe più un utopia, se si avesse il coraggio di guardare oltre il Mela.
Per cui si compiace della nuova prospettiva determinata dalla lunga arteria che si sta costruendo tra Barcellona e Milazzo.
fra' Galdino
17 commenti:
Quale Duila ?????
Deve chiamarsi Barcellazzo !
Tra tante cose serie, ti ha proprio colpito solo l'affare Duilia: ma che portento d'acume, il tuo!!!!! Potresti essere una delle persone per bene in grado di fare rivivere la città.
Ci sono da diradare le ombre dell'operazione "informativa zunami", proiettatesi su Barcellona dopo essere partite da Terme Vigliatore, e la facilità con la quale, solo qualche anno fà, Barcellona P.G. passo' dallo scioglimento alla legittimazione antimafiosa nel giro di qualche ora, grazie alla alchimia della politica.
Su questo mi sembra non ci siano più stati interventi o assunzioni di responsabilità.
O per andare più terra terra,considerare il degrado dei servizi resi ai cittadini vedi Poste, e raccolta dei rifiuti alquanto approssimativa, erosione dei centri abitati sulla costa e via elencando. Mi pare non sia questione di immagine , ma di sostanza.
Caro fra' Galdino,condivido le tue considerazioni e perplessità.Il terzo anonimo fa considerazioni pure importanti ma non li posso condividere,perchè anonimo. Sfiducia organizzata, dice il sindaco?Sono d'accordo.Ma chi l'ha organizzata? I cittadini? Sono certo di no.Cammino condiviso,dice? D'accordo.Ma lui non condivide niente con noi.Chiuso nella torre del potere, non accetta nè un suggerimento nè una critica.Lascia le tue email senza alcuna risposta.Sessantatre email,nessun riscontro.Comunità coesa? E' il fine ultimo e primo della "Politica".Ma dov'è la politica?Dove sono i "polites", quelli che hanno a cuore il bene comune?Si vedono solo "idiotes",(parola che nella radice ha il significato di "proprio"),politici che pensano solo al proprio interesse personale.Se questa è la cornice l'immmgine non potrà mai essere buona.
Per Franz: Condivido dalla prima all'ultima parola ciò che hai scritto nel tuo commento,che tra l'altro con la sua testimonianza ribadisce i concetti espressi da fra' Galdino. Il sindaco ha parlato chiaro: creiamo un'immagine nuova di Barcellona per essrere bene accetti dagli altri. Ma su che cosa dovremmo fondare la nuova personalità di Barcellona, non è riuscito a dirlo, perchè per farlo avrebbe dovuto prenderel'abbrivio da tutto il degrado in cui finora l'ha mantenuta. Dove poggerebbe la nuova immagine da lui tanto auspicata, dovrebbe dircelo. Ma lui non parla, come d'altronde non risponde ai tuoi e-mail. Per quanto concerne l'anonimato, ti do doppia ragione: non è concepibile che si vogliano dire cose che si ritengono importanti nascondendosi vilmente dietro l'anonimato o sotto un nome fasullo. Finirò, prima o poi, con il cancellare i commenti di chi dimostra di non saper trovare in sè la dignità per esternare la propria identità.
Francesco
Fra Caldino condivido la tua opinione e quella di Franz Sidoti barcellona è prostrata. basterebbe governare l'ordinaria amministrazione della città per avere la fiducia dei cittadini. un esempio i cavalli a S Venera,il giorno dopo che la Gazzetta del Sud riferiva del sequestro dei cavalli, erano in giro per il quartiere, oggi invece di tre sono 6 con l'ansia e la preoccupazione dei cittadini di quella zona. Non parliamo di trasparenza. Per la sanità parla di ospedali funzionalmente integrati ed eliminazione dei doppioni! pero che alle parole seguano i fatti.
Dr Peppino Saija
Ciccio caro, l'anonimo di cui parli è Peppino Saja l'ingegnere.
Non è questione di viltà ma bisogno di non fare passerella su questioni della citta tanto importanti. Daltra parte in piazza proprio ieri sera ti avevo detto del commento anonimo e del motivo per cui lo avevo lasciato tale, dunque questa accusa di viltà anonima non è e per tale motivo ti preannuncio che mi asterrò in futuro di ogni commento.
Ing. Peppino SAJA.
Caro Peppino, sei troppo suscettibile. Se tu leggi attentamente, la mia è stata una risposta che vale per tutti e che solo ha preso spunto dalle parole di Franz, che tra l'altro non ha parlato di nessun Saja , ma di un qualsiasi anonimo. Per carità, non lasciarci con l'amaro in bocca, evitando di contiunare a partecipare ai commenti. Chi dovrebbe pungersi non sarai tu, ma altri che effettivamente non hanno la sensibilità di mettersi al pari di chi mostra tutta la propria identità. E sulla tua identità, nessuno esprime dubbi. Sù, Peppino, non fare il broncio. Ciao.
vile è colui che sa solo parlare, nel momento in cui si deve agire fa prendere le sue tracce...! Conosco parecchi pusillanimi che scrivono bene (soltanto scrivere però e nient'altro), queste persone non li ho mai visti in nessuna manifestazione pubblica che affronti problemi sociali, culturali, musicali, sportivi, umanitari, vivono nell'ombra della loro onniscienza che gli permette in ogni situazione, utilizzando la "bacchetta magica", di risolve qualsiasi problematica. Ci siamo mai chiesti se nel nostro piccolo quotidiano abbiamo sempre rispettato le regole di civiltà, quelle che ci permettono di convivere educatamente con altri esseri umani, oppure quando qualche insegnante legittimamente rimprovera nostro figlio, ci rivolgiamo all'educatore con toni accigliati di vendetta! Oppure quando c'è da buttare la carta nel cestino preferiamo il marciapiede, i bisogni dei cagnolini negli aiuole, nei pali dell'illuminazione, potrei continuare all'infinito... Questo imbarbarimento è colpa degli amministratori ma anche di noi cittadini!
Esatto: c'è una complementarietà che non si può negare, specie se si pensa che quegli amministratori sono stati eletti da una buona parte di coloro che poi si lamentano degli effetti di una cattiva amministrazione. Per quanto riguarda la storia di coloro che scrivono bene e però non si fanno vedere alle manifestazioni pubbliche eccetera eccetera,non credo che questo possa essere considerato cosa vile, per molteplici motivi:a)c'è chi non partecipa alle manifestazioni pubbliche perchè le considera quel che sono, cioè semplici parate, o perchè non ha la voglia o la forza per parteciparvi: b) c'è chi, i problemi sociali e umanitari, è capace di compierli senza ostentazioni e nella massima discrezione, e secondo me è migliore di coloro che si mettono in mostra con strombazzamenti; c) c'è chi guarda lo sport con occhio diverso da quello del tifoso e riesce ad apprezzarlo quanto merita; d)c'è chi ama ascoltare la musica alla radio o da un cd e c'è chi la cultura la coltiva nel suo orticello senza dovere andare al café tra le righe. Insomma la viltà non consiste in queste cose. E lo sai meglio di me, tant'è vero che ti sei firmato...
Ecco perchè non cambia niente, tutti coltivano un proprio orticello invece di coltivarne uno comune e multiforme. Condividere è cultura, e l'uomo di cultura è solare e disponibile, affabile, pronto ad interloquire. Così si contribuisce alla crescita di una comunità che vuole sempre di più migliorarsi.
E allora cominci ad interloquire chi ci amministra. In questo sito, per esempio, mi pare che finora ci si sia incontrati per farlo in maniera democratica e civile, non tralasciando di porre in rilievo problemi che riguardano la città e a volte altri di carattere generale che potrebbero interessare la collettività. Se poi c'è gente che non è in grado di mettersi in mostra, ciò non significa che non intenda contribuire al bene comune: erano i farisei, che pretendevano di adempiere il proprio dovere ostentando la loro munificenza: e per questo furono fustigati e definiti sepolcri imbiancati dal Cristo. -
fra' Galdino
E' vero i farisei ritenevano di seguire "La Legge" ed invece seguivano la "la morale degli uomini", gli Esseni invece ricordavano agli altri che esisteva una "morale divina" che andava al di sopra di qualsiasi altra legge. Un esempio: "se l'asinu cadi ntà saia, picchi è sabuto non lu va pighhi?" Cristo stesso distingue la morale degli uomini con quella divina, eppure il rispetto del sabato era legge mosaica.
Grazie e saluti
Caro Peppino dottore,la buona amministrazione del qoutidiano,tu lo sai, è dura da sostenere.Ci vorrebbero volontà forte,organizzazione sistematica, controlli efficaci,coraggio per cambiare.E non ci sono. Pensavo che il problema dei cavalli a S. Venera fosse stato risolto,e invece no.Siamo a questo punto , e il sindaco parla di sfiducia organizzata (!!!)come colpa dei cittadini.Il primo cittadino ci indichi ,per favore, a che punto siamo ,secondo lui, e qual è il cammino da percorrere per raggiungere quei giusti obiettivi immateriali indicatici.Con trasparenza coerenza e lealtà,allora potremmo raggiungerli tutti insieme.Non serve l'esortazione retorica ma l'esempio del buon padre di famiglia.
Caro Peppino ingegnere, non abbandonare questa postazione che Cicciu mette a disposizione della città con generosità e impegno.E' l'unica occasione che abbiamo per esprimere il nostro parere,meglio se non è anonimo ma anche quelli anonimi esprimo il clima,l'umore cittadino.Barcellona è senza una libera stampa.Questa è una occasione.E senza, la città non potrà mai crescere.Essa potrebbe essere utile in caso di elezioni per scegliere una migliore e nuova classe dirigente politica.Ma non basta.Ci vorrebbe una comunità educante ma il direttore d'orchestra è là ,nella casa comune.Se è stonato o buono solo per gli assoli non cambierà nulla.
Permettetemi di correggere una dimenticanza.Barcellona ha pure un settimanale telematico ,quello di Giulia Carmen Fasolo e della sua redazione.I quali con altrettanto impegno e generosità svolgono un importante servizio per la città.Anche a loro va merito e riconoscenza.
E' vero, quanto è stato detto sull'altro settimale telematico, svolgerebbe un migliore servizio se fosse un tantino "bipartisan" e non a senso unico, l'informazione non segue i segnali stradali!
...Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perchè la massa degli uomini abdica dalla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l' indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perchè non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un' eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?.... Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte pulsare già l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.
Antonio Gramsci, 11 febbraio 1917
Spartacus
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