sabato 6 dicembre 2008

INTERNET NON HA BISOGNO DI CENSORI, CATONE QUINDI NON PORTI CAVILLI AL PROSSIMO G8

NELLA FOTO: IL SENATORE VINCENZO VITA (pd)

Nei giorni scorsi abbiamo più di una volta parlato dell'ultima "sparata" del nostro leader, che pare soggiaccia alla tentaziione di mettere un qualche piccolo bavaglio al grande Web, che tanti di noi sta attualmente catturando. Ha infatti annunciato che, al prossimo G8, presieduto proprio da lui, farà una sua proposta per la regolamentazione di Internet.
Conoscendo le sue tendenze in fatto di mezzi di comunicazione, non sono in pochi coloro che sospettano la possibilità di qualche sgradita sorpresa.
Nella speranza di renderci conto se i ventilati timori possono avere qualche fondamento, ci siamo messi alla ricerca di chiarimenti.
Crediamo di averli trovati in una nota del senatore Vincenzo Vita, membro della Commissione Cultura e Vigilanza.
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Scrive il parlamentare PD: "Internet non ha bisogno di censure e tanto meno di regolamentazioni, perché per sua natura si autoregola.
Su questa materia intendo presentare un'interrogazione per capire cosa il presidente andrà a dire.
Evidentemente ha una concezione proprietaria di tutti i sistemi di comunicazione e immagina un sistema di norme concepito in analogia con quanto avviene per qualunque testata. Tuttavia, con Internet non è così: non c'è uno spazio, un luogo in senso classico dove esercitare una forma di pressione o di condizionamento. Soprattutto, non funziona, è una forma libertaria di comunicazione.
Il grande tema delle regole su Internet, che ci sono e di cui si dibatte è quello di come garantirsi nei confronti dei reati più gravi, come pedofilia e terrorismo, ma non è certo quello di mettere bavagli o censure: sarebbe politicamente grave oltre che tecnicamente impossibile.
L'impossibilità si esplica nello sciopero virtuale dei cibernauti, che già nei loro blog, siti e spazi "liberi" fanno a gara per esprimere pareri, timori e paure nei confronti di una regolamentazione inconcepibile per quelli che Derrick de Kerckhove definisce i Digital Natives.
I Nati Digitali non affidano più i loro segreti al diario: li condividono con gli altri attraverso la pubblicazione di se stessi su siti come MySpace. Pubblicano tutto: gusti, paure, amici, speranze
Obama è entrato in connessione mondiale, attraverso siti come facebook; ha presentando la sua campagna sotto forma virtuale facendo di internet uno strumento più evoluto di democrazia.
Perché regolamentare l'autoregolamentabile?
Insomma, il Presidente del Consiglio si deve mettere una mano sulla coscienza: non si può telefonare ad internet come fa ad Emilio Fede.*

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Puoi fare come Beppe Grillo, comprarti una casa in Svizzera e così avremo www.barcellonablog.ch o .eu
Il problema, comunque, non è lui ma quegli ignoranti che lo votano........

Anonimo ha detto...

E hai detto niente!!!

Anonimo ha detto...

http://www.articolo21.info/7763/notizia/berlusconi-che-regolamenta-il-web-e-come.html

Anonimo ha detto...

Sono favorevole alla regolamentazione di internet da prima che ne parlasse il Presidente del Consiglio. YouTube, forse su consiglio di Emilio Fede, addirittura lo ha anticipato e si è dato delle regole severe.

Anonimo ha detto...

You Tube è stato recentissimamente regolamentato per autonoma scelta di Google. E bene ha fatto, viste certe sozzure che vi entravano, anche se c'è gente che ha criticato la limitazione.Si tratta comunque di una autocensura che anche qualsiasi blog è in grado di mettere in atto, allorchè si accorge dell'inserimento di commenti sgradevoli, operazione che tuttavia non limita la libertà di chi gestsce il sito, anzi direi la protegge.L'annunciato intervento di B.che pretese avrebbe? Conoscdendolo, ci potremmo aspettare di tutto. Solo che Internet non è uno strumento maneggevole come le sue 5 tv, per cui ogni timore mi sembra errato.

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