

Il piano di recupero della sanità regionale, per il sisma che starebbe producendo, è già stato avversato da metà del governo capitanato da Raffaele Lombardo.
Il suo passaggio in assemblea è avvenuto per miracolo, essendoci stati sei assessori ( su dodici) che non hanno inteso votarlo.
Lo sfrondamento prospettato dall'assessore Russo è apparso tale da seminare malcontento in una compagine che - anche sul piano politico oltre che a livello amministrativo - manifesta gravi sfilacciamenti.
Intanto, bisogna ammettere che l'intervento del nuovo assessore alla sanità in buona parte ricalca il piano lasciato dal governo Cuffaro, che obbligatoriamente prevedeva il dimezzamento del numero delle Aziende sanitarie esistenti.
Adesso con la scure del duo Lombardo-Russo, esso viene parimenti ridotto da 29 a 17 (subito) e a14 successivamente, sennonché, cambia la composizione per distinzione di organizzazione e differenti accorpamenti, rispetto a quelli prospettati dal piano La Galla.
Per quanto riguarda la distinzione, è chiaro ormai che le residue aziende non si chiameranno più Ausl, ma Asp (acronimo di Aziende sanitarie provinciali) e Ao (Aziende ospedaliere).
Tutto ciò postula una serie di accorpamenti che per i nosocomi saranno talmente vigorosi da potere risultare in alcuni casi traumatici: in parecchi sensi. Perchè non solo riguarderanno la svalutazione di diversi ospedali - quando non la chiusura dei cosiddetti tralci improduttivi - ma anche una mezza rivoluzione tra i papaveri della sanità, con la riduzione di primariati e direzioni ospedaliere. Insomma il rischio che si stia entrando nell'occhio del ciclone c'è, e ospedali come quello di Barcellona, che finora è stato fin troppo maltrattato, probabilmente ne sentiranno le peggiori conseguenze.
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