FOTO:La senatrice Merlin(sx) l'on.Santanche'(dx)

Anche se non è riuscita a rimediare uno scanno in Parlamento, Daniela Santanchè continua imperterrita a operare in campo politico. Proprio in questi giorni , la portavoce della Destra Nazionale ha depositato in Cassazione un quesito referendario per l’abrogazione di una parte della legge Merlin, con la quale cinquant’anni fa vennero abolite le “case chiuse”. Praticamente, in base all’iniziativa referendaria, in caso di ammissione, il cittadino verrebbe chiamato a votare per la eliminazione dei primi due articoli della legge sulla cui base attualmente è vietato la tenuta di case di prostituzione in tutta Italia. La Santanchè spiega che la richiesta di referendum mira ad eliminare lo sconcio esistente nelle strade invase da prostitute e soprattutto lo stato di schiavitù in cui il malaffare getta migliaia di giovani donne, sfruttandole con l’esercizio della prostituzione. L’iniziativa della rappresentante della Destra Nazionale, intanto, sta servendo a muovere il problema, che secondo altri politici va affrontato seriamente e con le dovute cautele, in quanto particolarmente serio e delicato. Tutti comunque, trasversalmente, si dicono favorevoli ad interventi risolutivi, anche se appaiono però divisi sul tipo di soluzione da dare. C’è chi sostiene che non si deve tornare all’esercizio chiuso del meretricio e che la soluzione sta nella scelta di provvedimenti rigorosi, atti a punire oltre a quanti l’esercitano o lo sfruttano, anche chi lo fruisce; c’è invece chi, come la Santanchè, opterebbe per un esercizio controllato, in tutti i sensi. Intanto bisogna dire che in Parlamento, da tempo, giacciono diverse proposte di legge, orientate o per la tolleranza zero o per la tolleranza controllata.
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