lunedì 31 marzo 2008

SEMPRE GRANDE ROSA BALISTRERI


Nacque il primo giorno di primavera del 1927 e, dopo una vita sofferta ma anche ricca di sentimento e di una forza d'animo incommensurabile, lasciò questo mondo l'ultimo giorno dell'estate del 1990.
Cantò con l'impeto della sua voce e con grande amore la sua, la nostra Sicilia, e di lei e delle sue canzoni rimane incancellabile la nostalgia di chi la conobbe. Nei giorni scorsi, a Palermo, sono stati commemorati i suoi ottant'anni, anche se in effetti ormai, se fosse vissuta, sarebbe stata oggi ottantunenne. Meglio tardi che mai.



DEDICATA UNA VIA DI BARCELLONA A FERDINANDO D'AMICO


Il Comune di Barcellona Pozzo di Gotto ha intitolato una delle vie del centro storico al concittadino don Ferdinando D'Amico, marchese di Protonotaro, cancelliere archiviario del Comune del Longano.
Nativo di Palermo, giovanissimo si tasferì a Barcellona, dove sposò la marchesina Agostina Pensabene, primogenita del Marchese Domenico e di Mariangela Stagno, due delle famiglie aristocratiche del luogo.
L'anno successivo - il 15 maggio del 1815 - come molti altri concittadini ebbe la grande soddisfazione di vedere Barcellona elevata a Comune, egli che con tenacia s'era battuto per l'autonomia da Castroreale.
Fu integerrimo collaboratore del nuovo Comune Unificato di Barcellona Pozzo di Gotto, dove redigeva e conservava in Archivio gli atti della civile amministrazione assieme ad una Commissione Amministrativa per le opere pie.
Da quel che si evince, implicitamente, da un capoverso della sezione VIII del capitolo decimo della storia municipale di Filippo Rossitto, don Ferdinando d'Amico dovette essere più che simpatizzante verso la setta dei Carbonari, che riorganizzata nelle Calabrie contro il dominio straniero, e favorita dai principi spodestati e dal governo francese cercava diffusione nella Sicilia orientale. Tanto che anche a Barcellona si apprestarono "tre vendite, una nel convento dei cappuccini di Pozzo di Gotto e le altre in Barcellona, nelle case del marchese D'amico, nella strada Villa (ora via Umberto primo) e in altre case della strada Crocefisso".
Don Ferdinando D'Amico morì all'età di 87 anni, nella sua dimora di vico Santa Rosalia, stradella che ancora esiste adiacente alla via Umberto. Nel lato opposto s'estende il vico Pensabene, che ricorda l'aristocratica famiglia della moglie.

Fra Galdino


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