L'Udc rompe con Berlusconi e il Cavaliere cerca di fargliela pagare. In Sicilia. Ed è proprio nell'isola che Silvio Berlusconi, fregandosene della reazione di Gianfranco Miccichè in predicato per il posto a Governatore, scende a trattative con Cuffaro e con Lombardo, sollecita il catanese a presentarsi a governatore dell'Isola, al posto del già indicato Miccichè, e cerca di stringere un patto di scambio con l'agrigentino, che consenta a Vasa-Vasa di barattare la massa di voti che è in grado di gestire con un posto alla Camera o al Senato ( a sua scelta) nel gruppo del Popolo delle libertà. Insomma un tet a tet tra sommi personaggi, che stanno facendo la storia, uno dell'Italia e gli altri della Sicilia. Le manovre del cavaliere, che tentano di andare avanti anche a costo di creare una frattura nell'ex Forza Italia sicula, per lo sfregio inferto a Miccichè, non solo fanno imprecare il presidente uscente dell'Assemblea della Regione Siciliana, ma fanno pure spruzzare veleno alla bocca del segretario dell'Udc Cesa, che, avvertendo la natura delle trame berlusconiane, non sa fare a meno di esclamare: "Silvio Berlusconi è una persona capace anche di gesti estremi, di darti magari una coltellata alle spalle, come dimostra l'esperienza di questi giorni". Il cavaliere non solo ha fatto incavolare Miccichè e gli ex alleati dell'Udc, ma ha anche creato le premesse per fare "incagnare" il barbuto suo "Giul"lare, non consentendogli di apparentare la sua lista "Pro Life" con il Popolo delle Libertà. Cosa che ha indotto il direttore del Foglio a rifiutare l'invito a presentarsi come candidato a sindaco di Roma. Tuttavia "Giul", ancora sensibile al fascino del Cavaliere, nel reagire ha evitato d'imputargli la responsabilità del "veto", ed ha annunciato la propria indisponibilità con una lettera inviata al capro espiatorio Gianfranco Fini, da lui ritenuto il suggeritore della dolorosa "stoppata".
Fra' Galdino
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