Ogni volta che si arriva a questo periodo, mi torna in mente questa canzonc ina, che negli anni novanta, per più di una estate, furoreggiò nelle discoteche, allora un po' meno vertiginose e brille di adesso.
Sì, un'altra estate se ne sta andando via, dai residence e villaggi che costellano la costa tirrenica messinese comincia l'esodo verso le case urbane. Molti giovanissimi, che la sera, anche senza andare in discoteca o in pizzeria, riuscivano a bivaccare in gruppo fino a tarda notte, dopo avere speso parte delle loro inesauribili energie o in spiaggia o sui campetti di gioco, adesso si dividono e si salutano, con visibile commozione. Forse si rivedranno la prossima estate, forse mai più. Tutto ciò mi sa un po' di romantico.
E poi dicono che i nostri giovani sono tosti e vacui. Ma chi l'ha detto! Sono diversi da noi o siamo noi diversi da loro? E la diversità non può voler dire evoluzione?
Panta rei, tutto cambia, e può cambiare in meglio. Il peggio è quando si finge di volere cambiare e si fa in modo di lasciare tutto come prima. E questo lo sappiamo fare bene molti adulti. Comunque i ragazzi sono cambiati,e tuttavia sono rimasti con la stessa umanità e la stessa irruenza che avevamo noi alla loro età. Sempre che non si sia introdotto a guastarli il male del secolo.
Ma ogni secolo ha avuto il proprio "mal".
Proprio stamane ho avuto la sorpresa di vedere cosa sanno fare questi giovani, per lasciare un segno originale prima di partire. E l'ho voluto fotografare quel segno. Ha tutta l'aria di un "totem", che sa tanto di antico e tanto di festosamente giovane.
CIFRA
1 commento:
e noi non potremo sapere?
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