martedì 10 gennaio 2012

IL PD SICILIANO INDICE UN REFERENDUM PER STABILIRE LA LINEA DA ADOTTARE IN VISTA DELLE PROSSIME ELEZIONI E RAFFAELE LOMBARDO RIMANE SCONCERTATO

Il Partito Democratico siciliano ha indetto un referendum tra iscritti ed elettori per decidere la linea da adottare verso il Terzo Poloalle prossime elezioni e nel rapporto col governo Lombardo.
La data fissata èfissata per il 12 febbraio.
Il Partito Democratico s'è deciso per il referendum, dopo lunghe discussioni, polemiche e battaglie interne, in contrasto soprattutto con Lumia e Gracolici che lo considerano “inutile”  e meno opportuno d'un congresso straordinario del partito
Il 12 febbraio  potrà partecipare al referendum esplicativo chi sottoscriverà una dichiarazione di appartenenza al PD. Il partecipante  risponderà a due quesiti:
1) “Sei d’accordo con l’impegno del PD per costruire un’alleanza delle forze progressiste, moderate ed autonomiste in Sicilia, in vista delle prossime elezioni amministrative e regionali?”.
2)  “Alla luce della disponibilità garantita dai partiti moderati e autonomisti del Terzo Polo, sei d’accordo a consolidare l’alleanza politica contrapposta al centrodestra  a sostegno del governo regionale in Sicilia, fermo restando che l’ingresso del PD in giunta con propri rappresentanti politici potrà rafforzarsi solo dopo le elezioni?”.

La geniale iniziativa del PD siciliano, oltre ad avere incontrato ostacoli interni, entra in conflitto con i  desiderata del governatore regionale, Raffaele Lombardo,  per il quale "la storia del referendum del Pd ha dell’incredibile, a un anno dalle elezioni politiche regionali e a poche settimane dalle amministrative di Palermo. E’ un colpo di scena che sinceramente i più non si sarebbero mai aspettato""Adesso - si chiede Lombardo -cosa si fa con il referendum? Si mette in discussione o meno l’appoggio al governo ora? E’ assurdo e folle e io non posso consentire che si faccia. Piuttosto che fare questo referendum, il Pd decida di non sostenere l’azione riformatrice del governo. Si vada a qualunque conseguenza ed eventualmente per togliere di imbarazzo e per eliminare qualunque dubbio o sospetto, gli assessori tecnici che si sentissero espressione per una ragione o per un’altra del Pd lascino pure la giunta e tolgano dall’imbarazzo questa parte di Pd che non so qual è."
"Io onestamente non mi ci raccapezzo. Come non ci si raccapezzano gran parte delle persone serie, competenti, per bene, validissime che militano all’interno del Pd e non solo i deputati molti dei quali ho sentito".
"Mi auguro - conclude il presidente - che nel giro di qualche ora si riesca a fare chiarezza oppure ognuno dovrà assumersi le proprie responsabilità. Non c’è dubbio che il gran lavoro che si è fatto in questi anni e che ha prodotto ottime amministrazioni espressioni di questa alleanza nei vari comuni in cui si è votato l’anno scorso va a farsi benedire a cominciare dal comune di Palermo. E allora chiaramente ognuno farà le proprie scelte e prenderà la propira strada".

1 commento:

Sebastiano ha detto...

In un paese davvero civile e democratico, un politico condannato si sarebbe vergognato, licenziandosi da tutti suoi incarichi! Ma in Italia no, non accade questo. Sono senza vergogna! Sembra quasi che più uno fà il gioco sporco più sale in alto. La cosa davvero sconcertate è che abbiamo italiani che votano simili personaggi. Ma come possono farlo? E allora non ci lamentiamo se le cose vanno male, se il paese sta andando incontro alla rovina, soffocato dalla delinquenza e dai rifiuti.

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