
Nonostante che i giovani, dopo avere fatto tanto per liberare dalla melma le strade inondate, cerchino di ravvivare l'atmosfera cittadina
e di armonizzare, promovendo aggreganti manifestazioni di solidarietà, la città di Barcellona Pozzo di Gotto sente ancora troppo le conseguenze della traumatica alluvione del 22 novembre.
Le iniziative generose, intese a dare un certo sollievo ai danneggiati, per quanto gradite e commoventi, non possono che avere un valore simbolico, di monito - direi - agli ineffabili personaggi che, pur avendo il dovere di rendersi conto della gravità della situazione ed intervenire adeguatamente, rimangono impassibili di fronte a tale necessità.
La città, gridiamolo senza stancarci, è tuttora in ginocchio e moltissime famiglie continuano a vivere in grande ambascia.
Strutturalmente Barcellona adesso è in frantumi, e perché si riprenda ha bisogno di tempo e di molta sostanza, che non può e non deve mancare sul piano finanziario, se non si vuole criminosamente distruggere una comunità.
Si dia un'occhiata alle centocinquanta strade riattate che l'attuale sindaco, nella passata campagna elettorale, aveva presentato come il fiore all'occhiellodella sua precedente gestione: sono adesso ridotte in pessime condizioni, rese ancor più pietose dalla permanenza di terriccio e dall'allargarsi di buche e crepe.
Si guardino i ponti , la tombinatura, il greto dei due torrenti e delle saie, e ci si renda conto del pericolo che possono costituire le loro pessime condizioni.
Nel momento in cui concludo questo "post" il buio della sera è squarciato da saette e lampi e rintronano tuoni che non lasciano tranquilli.
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