giovedì 28 aprile 2011

MARSILI: CHI E' MAI COSTUI?


QUI SI PARLA DI UN GIGANTE MARINO - IL VULCANO MARSILI - SECONDO PROSPETTIVE CONTRASTANTI

Il susseguirsi di fenomeni sismici - spesso lievi - nella fascia tirrenica comprendente i golfi di Milazzo e di Patti - quella per intenderci al cui orizzonte stagliasi l'arcipelago eoliano - sembra avere toccato "il culo alla cicala" per dar voce a chi sembra compiacersi allarmare la gente.
Ed ecco che è tornato di moda rovistare nei fondali del Tirreno, al largo delle isole di Lipari, per fare emergere da quelle onde la minaccia di uno spaventoso gigante, finora in letargo, e forse già in dormiveglia se non addirittura talmente sveglio da costituire una minaccia imminente per le coste: non solo della Sicilia, ma anche della Calabria e della Campania.
E' Marsili, il più grande e il più insidioso dei vulcani europei che, invece di ergersi dalla terra ferma, s'innalza per ben tremila metri dal fondo marino fino ad arrivare in altezza a 450 metri sotto il livello del mare.
"La sua struttura è imponente, essendo alla base lunga 70 chilometri e larga 30.
Si tratta quindi di "un mostro nascosto di cui solo gli scandagli hanno rivelato il vero volto".
"Intorno si sono osservate diverse emissioni idrotermali con una frequenza ultimamente elevata e proprio queste, unite alla debole struttura delle pareti, potrebbero causare crolli più inquietanti della stessa possibile eruzione. Di recente sono stati registrati due eventi, per fortuna contenuti".
«La caduta rapida di una notevole massa di materiale — spiega il prof. Enzo Boschi, noto vulcanologo italiano — potrebbe scatenare un potente tsunami che investirebbe le coste della Campania, della Calabria e della Sicilia provocando disastri».

Mentre esperti sismologi e vulcanologi esprimono timori - senza tuttavia volere creare allarmismi - prospettando il pericolo, anche imminente di tsunami devastanti - c'è invece chi considera il Marsili un gigante che - con un approccio meno diffidente - potrebbe costituire una benefica fonte d'energia alternativa.

C'è infatti una società (la Eurobuilding SpA,), che grazie all'apporto di esperti nazionali e internazionali nel campo della geotermia e della geologia marina da 5 anni conduce una serie di ricerche per la definizione delle caratteristiche del campo geotermico del vulcano Marsili.
Dalle ricerche effettuate risulta che il vulcano mette in circolazione attorno a sè "enormi volumi di fluidi ad alta temperatura", che opportunamente captati potrebbero essere utilizzati per la produzoione di energia elettrica.
Per arrivare a ciò si starebbe progettando l'installazione di una grande piattaforma offshore, che diventerebbe un'imponente centrale termoelettrica in mezzo al mare, in grado di produrre energia alternativa quantitativamente pari a quella prodotta una centrale atomica media.

Com'è facile notare esistono, anche per il gigante Marsili, due tipi di approccio: quello di chi lo scruta con preoccupazione e quello di chi crede di poterselo fare amico.

3 commenti:

Vanni ha detto...

La nostra deputazione nazionale e regionale,farebbe molto bene ad ascoltare il grido di allarme del direttore dell'istituto di vulcanologia Enzo Boschi,al fine di attivare un serio piano di monitoraggio del Marsili e degli altri vulcani del gruppo Eoliano,predisponendo un efficace sistema di allarme "tsunami" ed un adeguato piano di prevenzione e protezione civile contro una gravissima,allarmante e reale minaccia alle nostre coste ed a quelle calabre e campane.

Loris ha detto...

SE quell'esplosione è causata dal Marsili, allora mi spiegate com'è possibile che si vede un isola alle sue spalle??? Il Marsili è in mare aperto!!!

barcellonablog ha detto...

Sarà probabilmente un effetto ottico determinato dal fatto che l'immagine è bidimensionale.

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