mercoledì 8 settembre 2010

"LOMBARDO QUATER"? PAROLE, PAROLE, PAROLE...



Bisogna vivere fuori dal mondo per potere credere che - in una fase politica talmente convulsa e confusa, qual è quella nazionale in atto - si possa parlare di "Lombardo quater", alla Regione Siciliana, dove per poterlo attuare bisognerebbe conciliare , come si suol dire, il diavolo con l'acqua santa.
Finchè continuerà ad esistere il Governo Berlusconi con tutte le attuali crescenti contraddizioni e non ci sarà stato l'evento traumatico della sua completa implosione, continueremo a subire in Sicilia i riflessi di tale caos, con un don Raffaele che indugia mantenendo un piede in due scarpe, e Franco Miccichè che odia i "lealisti" berluscones siciliani, ma continua ad adorare Berlusconi, sentendosi legato da un tenacissimo cordone ombelicale.
Pur stando così le cose, anche per non smentire tutto quanto s'era prospettato per risollevare l'Isola, sia Lombardo, sia Miccichè continuano a farci credere che si stanno scervellando per salvare la Sicilia e discettano - coi loro blog - su come e con quali alleati costruire lo strumento salvifico.
Si è parlato persino, pure per la nostra Regione, di Governo di tecnici, ma anche tale confabulazione si è rivelata flatus vocis:

"Il governo dei tecnici - ad un tratto scrive Raffaele Lombardo - non mi appassiona in maniera particolare. Anch’io mi sento più a mio agio circondato da cosiddetti politici come me, eletti dalla gente e titolari di una rappresentanza chiara".
Tale dichiarazione sembra d'obbligo ora che, in una nota congiunta, i tre fondatori del Pdl Sicilia, Gianfranco Micciché, Dorè Misuraca e Pippo Scalia - dopo un incontro a Roma - hanno ribadito il loro "no" convinto all'ipotesi di un governo tecnico.
"Ribadiamo - sottolineano i parlamentari - il nostro no convinto all'ipotesi di 'un esecutivo composto da tecnici' perché la politica siciliana ha il diritto e il dovere di governare la Regione. Un compito che spetta a chi ha alle spalle il consenso popolare".
"A Lombardo - spiegano i tre del Pdl Sicilia - è stata ribadita la necessità che il Parlamento siciliano, su input dell'attuale governo regionale, vari al più presto alcune importanti riforme strutturali, a cominciare dalla semplificazione amministrativa, passaggio necessario per accelerare la spesa dei fondi europei".
"Contestualmente al varo delle riforme è più che mai opportuno che il governo appronti il disegno di legge su bilancio e finanziaria che dovrà essere approvato entro il 31 dicembre. A gennaio del prossimo anno ci sarà il tempo per una verifica dell'attività di governo".

E Lombardo cosa dice?
"Bisogna vedere però come accrescere i numeri di questa maggioranza che dovrà essere determinata per portare avanti ancora una serie di riforme fondamentali per la vita della Sicilia".

E ancora:
"Occorre cambiare il sistema in cui funziona la Regione, decentrare i poteri ai comuni, farli organizzare in liberi consorzi, reimpostare la politica agricola sui controlli ed impostare una politica del turismo del tutto diversa".

Ebbene, di fronte a tutte queste impellenti esigenze, vediamo come don Raffaele intende reimpostare la politica siciliana: tanto per cominciare, proprio oggi, s'è incontrato a Roma con Berlusconi e gli ha "garantito" che il suo MPA appoggerà l'esecutivo nazionale.
Una novità davvero sorprendente.
Una svolta epocale di grande aiuto alla nostra Sicilia.

FRANCESCO CILONA


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