giovedì 17 giugno 2010

LE ASSOCIAZIONI CITTADINE CERCANO DI SBLOCCARE LA SITUAZIONE IPAB









FOTO:L'asilo Munafò, uno dei tanti beni dell'Ipab in evidente stato d'abbandono===>




Finalmente si torna a toccare il tasto dell'Ipab di Barcellona e non soltanto per parlarne , ma anche e soprattutto per manifestare la ferma corale intenzione di far conoscere alla popolazione come importanti beni - appartenenti allìOpera Pia "Nicolaci-Bonomo - siano stati lasciati - ormai da troppo tempo - sotto commissariamento straordinario, lasciando attendere invano che venga istituito un nuovo regolare Consiglio d'Amministrazione in grado , contrariamente a quanto finora è avvenuto, di normalizzare una situazione nettamente indifferente alle giuste finalità dell'Ipab : che sono di beneficenza e assistenza ai più bisognosi.
Ad interessarsi perchè ciò avvenga si sono coalizzate le associazioni di volontariato ed altre istituzioni religiose e popolari cittadine, decise a togliere da mani estranee un patrimonio che è stato ereditato per fare del bene a chi più ne ha necessità: sono Agorà, Avulss, Vicariato diocesano, Unione ex allievi, Unione ex allieve, P.G.S Hodeir, Vivi don Bosco, Co.di. coordinamento disabili, Genius loci, Giovani per Barcellona, S.D.B., F.M.A, Associazione antiracket di Barcellona Liberi Tutti e Fidapa, istituzioni che, per statuto, operano senza fine di lucro e, in quanto tali, sono intenzionate a che finalmente venga imboccata la strada della protesta per rilanciare l'Ipab su binari della correttezza e della proficuità.
Tali associazioni hanno stabilito per domani, 18 giugno, di mobilitarsi e di riunirsi in assemblea: tutte hanno sottoscritto un documento, mediante il quale spiegare le ragioni della loro iniziativa che ha un solo scopo: quello di fare restituire all'Ipab la funzione per cui è stato istituito, facendo intanto conoscere alla popolazione quanto danno è stato finora arrecato alla vocazione assistenziale dell'Ente, nato, grazie ad una legge del 1890, «per gestire - si legge nel documento - con specifiche finalità sociali i beni immobili lasciati a questo scopo da ben cinque famiglie barcellonesi: i Bonomo, i Munafò, i Nicolaci, i Perdichizzi, i Picardi».
«È ora di dire basta! - si legge nella nota - Il gruppo di associazioni cittadine che hanno sottoscritto il documento, ha deciso di rompere in modo definitivo la cappa di silenzi e complicità che da anni avvolge la gestione di questo Ente Pubblico e per questo domani alle 20 nei giardini dell'Oasi si terrà un'assemblea cittadina per dare inizio ad un'intensa campagna di sensibilizzazione e far conoscere all'opinione pubblica gli inquietanti dati e risvolti della gestione passata e soprattutto per sostenere gli attuali tentativi di riportare l'ente sulla strada della legalità, della trasparenza e della sua mission istituzionale». E le associazioni lanciano un appello: «All'assessorato regionale alle Autonomie Locali, al Comune di Barcellona, alla prefettura di Messina, alla Curia Arcivescovile di Messina e al Tribunale di Barcellona – tutte alte istituzioni coinvolte a vario titolo nella gestione e nelle attività dell'Ipab – chiediamo un risoluto e fermo impegno per rendere finalmente l'Ente in questione vero strumento di promozione sociale e mai più centro affaristico-clientelare».




3 commenti:

Unknown ha detto...

La strada delle associazioni mi sembra quella giusta.Ma è sempre duro e difficile smantellare i privilegi di chi ha avuto finora interesse che le cose non cambiassero.Il sindaco e il vescovo facciano la loro importante parte.L'efficienza dei beni IPAB metterebbe in moto forze economiche e sociali molto utili alla città.
Franz

Agapito, l'uomo apolitico ha detto...

Il sindaco? Ma non ricorda, caro Franz, che proprio lui è stato colui che non ha avuto il coraggio di fare assumere al Comune di Barcellona il compito di gestire e tutelare gli interessi dell'Ipab?
Mi pare che questo particolare sia stato sottovalutato persino dalle associazioni che stanno organizzando l'iniziativa di cui parla il blog; altrimenti non si sarebbero appellati al Comune. Sperano forse in qualche scatto di resipiscenza?

Unknown ha detto...

Franz
C'è sempre il problema ,caro Agapito,dell'uovo e della gallina.Un problema circolare.E' il problema della vita del mondo della politica della democrazia della libertà.Le associazioni rappresentano il tessuto sociale,in esse operano i cittadini che sono gli attori protagonisti.Il sindaco l'autorità progetta regola controlla l'attività cittadina.Queste sono cose che però non fa.La democrazia la libertà l'efficienza sono a carico dei cittadini,che dovrebbero costituire una ''società educante''.In questo tipo di società i cittadini agiscono per emulazione verso l'alto e non si sentono 'fessi' se fanno il loro dovere. Gli uomini sono infingardi furbi e molti non amano la libertà e la democrazia,perchè sono cose che implicano studi sacrifici attenzione per il bene comune.Per esempio,a molta parte dei barcegottesi viene troppo difficile buttare la spazzatura nei cassonetti.La buttano accanto anche quando il cassonetto non è pieno.Non sanno il danno socio-educativo che fanno.Se una regola come in questo caso non viene rispettata ,le forze preposte dovrebbero intervenire ma non intervengono.E gli sforzi per tenere pulita la città si vanno a fare benedire.Manca il controllo e la sanzione.Una coscienza civile democratica così non si forma.Il buon circuito democratico virtuoso non si forma.Gli amministratori della città dovrebbero essere vigili e non dormire nè di giorno nè di notte, come fa Roberto Saviano.Egli pensa sempre a cosa fare o scrivere per aiutare a scofiggere tutte le mafie.Di recente ha scritto una lettera aperta al boss casalese Sandokan,una lettera che è un capolavoro di psicologia e di strategia comunicativa(la forza della parola).Egli esorta il boss a pentirsi e collabborare con la giustizia.Forse ci sarà un incontro fra i due in carcere. Ritengo che ogni sindaco e ogni educatore farebbe cosa giusta, se ne desse la massima diffusione in tutti gli ambiti e in tutti i modi.Il sindaco faccia la sua parte e noi faremo la nostra.Altrimenti non cambierà mai nulla.

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