sabato 31 ottobre 2009

ANCORA DIATRIBE SULLA SOPPRESSIONE DELL'ESA. PREOCCUPAZIONE TRA I LAVORATORI DELL'ENTE DI SVILUPPO AGRICOLO, NONOSTANTE LE RASSICURAZIONI DEL GOVERNO


Tra qualche mese, l'Ente di Sviluppo Agricolo, ritenuto ormai obsoleto, dovrebbe essere soppresso. Lo stabilisce un decreto regionale, inserito nella manovra correttiva per l'esercizio finanziario 2009, firmato dall'assessore al bilancio Roberto Di Mauro, il quale motiva la decisione facendo riferimento "all'esigenza di risanare e razionalizzare la spesa pubblica regionale"
L'imminente cancellazione di un ente, nato oltre trent'anni fa e operante nel settore più specificamente vitale dell'Isola, con un personale specializzato a tempo determinato e stagionale, ovviamente ha suscitato reazioni diverse. Favorevoli tra chi, negli ultimi anni, ha ritenuto ormai spenta la carica operativa dell'Ente, assolutamente contrarie per chi - personale e funzionari - con questo Ente ha continuato a vivere e convivere.
Si paventa la perdita di lavoro per oltre un migliaio di lavoratori, di cui la metà precari e quindi non fruibili della cassa integrazione.
Tale prospettiva ha subito allarmato i sindacati, che hanno chiesto al Presidente Lombardo di convocare subito le parti interessate per un chiarimento, che non può limitarsi alle semplici rassicurazioni offerte da chi ha firmato il decreto, l'assessore Di Mauro, secondo cui il governo tutelerà il lavoro del personale, sia quello a tempo indeterminato sia quello stagionale.
La questione sullo scioglimento dell'Esa - Esa sì, Esa no - si trascina ormai da anni.
Già un primo tentativo di scioglimento s'era formalizzato nell'ottobre dello scorso anno, quando il capogruppo del Pdl a sala d'Ercole, Innocenzo Leontini (Fi), chiese alla commissione di elaborare una risoluzione per dare vita a un ddl per la soppressione dell'Esa.
Contrario in maniera assoluta si pronunciò allora il vicepresidente dell'Ars, Santi Formica (An) che addirittura auspicò il rilancio dell'ente di sviluppo agricolo. "Anche per salvaguardare la sorte dei 540 operai precari, ma soprattutto perché - aveva spiegato il rappresentante di AN - è davvero paradossale che si adotti tale provvedimento a fronte degli annunci più volte sbandierati circa l'intenzione di voler rimodulare il pianeta delle società regionali proliferanti come funghi in questi anni, che rappresentano veri 'mangiasoldi. con bilanci milionari che spesso servono solo a pagare esperti, consulenti e consigli di amministrazione".
Sulla stessa lunghezza d'onda si pone - ovviamente - la reazione del Presidente dell'Esa, Roberto Materia, il quale si dice "preoccupato per le conseguenze del decreto che a suo giudizio non assicura la tutela dei lavoratori dell'ente che da tre anni amministra. ”La chiusura dell’Esa - sostiene Materia - non comporterebbe nessun risparmio per le casse regionali".

Eppure l'ESA, in una contingenza così grave, quale quella determinata dall'alluvione in provincia di Messina, potrebbe assumere un ruolo importante, se inserito in un serio programma di risanamento idrogeologico delle colline, che sovrastano o insediano numerosi abitati a rischio.

A questo punto, anche un ente lasciato in stand-by può essere rivalutato e rimesso in azione.

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