
Veltroni si è dimesso ed il Pd è entrato in fibrillazione.
Si presenta così una crisi che, prima o poi, si doveva aprire, e non soltanto per gli insuccessi elettorali inanellati, ma anche e soprattutto per una serie d'altri fattori, che vanno dalla perdurante carenza organizzativa alle insite discrepanze ideologiche, dalle gelosie personali e di gruppo alla persistenza di "troppi galli nel pollaio". Ora, nell'attesa ormai breve dell'incontro assembleare, rimane qualche filo di speranza: che un sussulto d'orgoglio ed il risveglio del senso di responsabilità e di rispetto verso il Paese - non solo verso l'elettorato specifico - riescano ad impedire la disgregazione di un partito che, nelle intenzioni dei partecipanti alle primarie, non è nato per rimanere un contenitore vuoto o semplicemente pieno di personaggi rancorosi e vanamente ambiziosi, ma per porre una diga all'onda lunga d'una destra opportunista e, per questo, unanime e compatta.
FRANCESCO CILONA
1 commento:
Appellarsi al senso di responsabilità e al rispetto verso il Paese è sacrosanto.Ma che probabilità ci sono che venga accolto l'appello?Forse è più probabile che si consumi prima il PDL,corroso dal didentro,e che crolli come la vecchia Urss.
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