lunedì 19 gennaio 2009

Tra storia e leggenda la vita in breve di San Sebastiano martire




Sebastiano era originario, da parte del padre, della Gallia, probabilmente della città di Narbona, e di madre milanese. A Milano venne educato nella fede cristiana. Arruolato nell’esercito di Diocleziano intorno al 283, divenne capo della prima coorte della guardia imperiale di Roma. Allo scoppio della persecuzione di Diocleziano, sfruttando la sua posizione a corte, aiutò molti cristiani rinchiusi in carcere, e per questo fu condannato a morte dall’imperatore. Venne sepolto sulla via Appia, nelle catacombe che più tardi prenderanno il suo nome.
Di lui ci parla sant’Ambrogio nella 20ª Omelia sul salmo 118. A queste poche notizie storiche se ne aggiungono altre leggendarie, scritte nella Passio del monaco Arnobio il giovane. La condanna a morte del soldato romano venne eseguita su ordine di Diocleziano da un gruppo di arcieri in aperta campagna: legato a un albero e trafitto da frecce, fu lasciato in pasto agli animali selvatici. La matrona romana Irene, andata a raccoglierne il corpo, trovò Sebastiano ancora vivo. Portatolo a casa lo curò. Recuperata la salute, andò al palazzo imperiale a rimproverare l’operato di Diocleziano contro i cristiani. Stupito nel rivederselo davanti, l’imperatore questa volta lo fece fustigare a morte e gettare nella cloaca della città. Lucina, un’altra matrona, ne recuperò il corpo e gli diede sepoltura cristiana.
La Depositio martyrum, il più antico calendario di Roma, segnala il luogo originario del suo sepolcro ad catacumbas. Per le sue piaghe, Sebastiano è invocato come protettore degli appestati, e a Milano, durante la peste del 1576-77, san Carlo Borromeo ne rivivificò il culto.
Nella nostra città il culto di San Sebastiano risale ai tempi in cui imperversò in Sicilia la peste, quando per invocare la protezione del Santo, gli abitanti di Barcellona - allora ancora casale - costruirono una Chiesa in suo onore: l'antica Matrice, sorta in quella che è l'attuale piazza San Sebastiano e , a metà degli anni 30 del secolo scorso, demolita perché dichiarata pericolante.
Adesso San Sebastiano è il protettore dei Vigili Urbani.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro fra' Galdino,che San Sebastiano aiuti la città a guarire le piaghe dell'anima.A costruire attorno a questo blog quotidiano il corpo sociale e la sua religione civile.A convincere la chiesa locale a uscire dalle sacrestie e a contribuire a costruire la città dell'uomo, in previsione di quella celeste.Le autorità religiose e civili hanno il dovere,credo, di creare ordine e bellezza qui ed ora,partecipando anche a questo centro quotidiano telematico, come fa in altro modo il cardinale Sepe su facebook e il Cardinale Tettamanzi con la sua corrispondenza email.Se non c'è corrispondenza l'autorità diventa potere chiuso e corrotto.Non gli chiediamo miracoli ma la fede e la forza di essere artefici,col suo misterioso aiuto,del nostro destino di cittadini.

Anonimo ha detto...

Benedette le tue parole, caro Franz, che mi trovano d'accordo anche su quanto la Chiesa potrebbe fare e in effetti non fa in maniera soddisfacete, lasciandosi a volte impigliare in formalismi e in un ideologismo che Le fanno in alcuni casi trascurare i veri insegnamenti del Santo Vangelo. Purtroppo gli orpelli di prediche retoriche e di roboanti illusori apparati, che offendono l'umiltà evangelica,in alcune frange della nostra Chiesa,non sono stati ancora superati dal necessario slancio verso
le reali esigenze della gioventù, che tanto ha bisogno della vera Carità cristiana, che non sia quella pelosa o meramente indottrinante di taluni gruppi parrocchiali.Ma il discorso è lungo e fin troppo complicato, per cui mi fermo qui, anche per non cadere nello stesso verbalismo che sopra ho denunciato. Grazie per lo spunto e a ben sperare.

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