
Non è la prima volta che mi capita di dovere ricordare una storiella che, tanti anni fa, si raccontava nei libri scolastici del regime, per esaltare la potenza dell'unione delle forze, simboleggiata allora dal fascio: quella del vecchio genitore che, assistendo ai continui litigi tra i suoi dieci figli, per dimostrare loro che, non il litigio ma l'unione è in grado di fare la forza, si fece portare delle verghe di betulla e invitò i giovani a provare a spezzarle prima singolarmente e, successivamente, unite in fascio.
Ovviamente fu loro facile la prima operazione, mentre fu impossibile attuare l'altro tentativo.
"Parabola significa, tarantola ballerina", il che vuol dire, in parole povere, che sta avvenendo, in Italia, sulla sponda di sinistra, tutto al contrario del savio insegnamento del vecchio padre, e non per il semplice gusto di contraddire il contenuto di una parabola utilizzata dal Regime, bensì per la stoltezza di quanti caparbiamente pensano di potere contrastare, lacerandosi, lo strisciante ingresso d'una nuova dittatura.
Per nulla memori degli errori d'un passato non tanto lontano, d'aventiniana memoria.
Ai Di Pietro, ai Veltroni-Dalema-Bindi-etc., ai Casini, ai cosiddetti radicali di sinistra, ancorché assenti in Parlamento, agli stessi arrabbiati satirici, se, a dissuaderli dalla pervicacia del loro comportamento, non ci riesce la storiella del fascio, quale altra storiella possiamo proporre?
Quella del marito che, per punire la propria compagna che l'aveva cornificato, si tagliò gli attributi?
Stiano attenti taluni a non dare troppa importanza alle peste e corna gettate nella mischia da Grillo e dalla Guzzanti, e talun'altri badino bene a non difendere (per partito preso o per l'illusione di crescere) quelle stesse diaboliche protuberanze. Perchè, esse, proprio esse, sono l'amuleto che porta maggior fortuna al già fortunatissimo cavaliere.
fra' Galdino
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