
"A Sant'Agata, dopu ca rubbàru, ci misiru i porti di ferru". E' un vecchio detto popolare che sottolinea quanto spesso si fanno in ritardo le cose necessarie, in questo mondo. Prima deve succedere qualcosa di grave perché si cerchi di ricorrere ai ripari.
Nella strada a scorrimento veloce che da Piazza San Giovanni porta alla galleria di S.Antonio, all'altezza dell'ipermercato Igea, c'è dovuto essere l'incidente gravissimo con il
 morto per accorgersi che, in quel punto, la pericolosità è massima per chi  s'immette
 nella carreggiata svoltando a sinistra.  Si è in prossimità di una curva e la striscia di mezzeria - che tra l'altro è  quasi completamente cancellata - dovrebbe impedire  qualsiasi attraversamento. In realtà, ciò, non è mai avvenuto. Stamattina, come anche qualche giorno fa, in quel posto divenuto ormai ferale, abbiamo potuto notare un manipolo di vigili - vigilesse comprese - indaffarato per controllare ed eventualmente impedire che, uscendo dal supermercato, qualche macchina  o altro mezzo s'immettesse  nella strada in maniera irregolare.Meglio tardi che mai, direbbe un altro proverbio: ma perchè si ritarda intanto a fare ripristinare all'ente di competenza, che dovrebbe essere l'Anas, la linea di demarcazione?
L'impiego di ben cinque vigili e due macchine in un solo posto non può che essere sporadico e limitato nel tempo, e come tale non può costituire un rimedio efficace. Quindi il pericolo è ancora permanente e bisogna intervenire drasticamente se non si vuole porre riparo semplicemente con porte di...cartone.

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