venerdì 20 aprile 2012

IL COMUNE DI BARCELLONA LOTTA L'EVASIONE E DANNEGGIA CHI PAGA LE IMPOSTE

Riuscirà Monti a far crescere l'Italia?
 Ci promette di farlo lottando l'evasione fiscale.
Speriamo però che non lo faccia ricorrendo al metodo usato dal Comune di Barcellona nei confronti del poeta di Maloto Carmelo Famà.
Famà, cittadino a modo e sensibile, un giorno si vede recapitare una cartella della Serit Sicilia che per conto del Comune di Barcellona gli comunica che dovrà pagare € 398,79, per non avere ottemperato al pagamento dell'ICI (€ 139) relativa all'anno 1999. Tra soprattassa, penalità, interessi ed altri ammennicoli,  il malloppo risultava gonfiato della bellezza di circa 260 euro in più.
Nel caso in cui non avesse ottemperato, entro 20 giorni, a tale imposizione, il poeta di Maloto avrebbe subito il fermo amministrativo della sua Clio.
Ma Carmelo Famà, anche se in qualità di poeta spazia molto con la fantasia, tuttavia come qualsiasi mortale normale si serve pure della memoria. 
E si ricorda quindi d'avere pagato quell'imposta, di cui possiede ancora la ricevuta e, prima che trascorrino i 20 giorni intimati, si mette alla guida della Clio e, raggiunto il centro urbano, provvede al pagamento della nuova bolletta, fa ricorso alla Commissione Tributaria e scrive alla Serit la seguente lettera raccomandata con ricevuta di ritorno (12 marzo 2010).
 
lettera di Famà alla Serit (CLICCA)



Intanto trascorrono due anni ed ecco che, in data 1 marzo 2012,  la Commissione Tributaria accoglie il ricorso del signor Famà, annulla la cartella e condanna il Comune di Barcellona Pozzo di Gotto al pagamento delle spese a favore del ricorrente che liquida in euro 500,00 oltre IVA, CPA e spese generali e di euro 500,00 a favore della Serit Sicilia SpA.
Soddisfatto quindi il poeta, soddistatta la Serit, ma fermamente contrariato il cittadino barcellonese nel constatare che la penalità il Comune la pagherà con i suoi contributi.

1 commento:

Sebastiano ha detto...

Ennesima stangata in arrivo. Questa volta dai primi cittadini di ogni città, ancora ignari della portata. Forse perché infilata all'ultimo momento nel decreto sulle semplificazioni fiscali, approvato giovedì dalla Camera. L'imposta di scopo - come si legge su Repubblica - rinasce dalle ceneri e si candida ad essere l'Imu-bis. Uno strumento nelle mani dei sindaci per finanziare asili, scuole, parchi, biblioteche, strade, parcheggi. Ma anche una nuova tassa sul mattone, il bancomat più gettonato in questo tempo di crisi e sacrifici.

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