
ERANO IN LIZZA "GIOVANI UNIVERSITARI", "NETTUNO-ACUI" . E .O.R.U.M. (Organismo Rappresentativo Universitari Messinesi)
Si sono concluse, a Messina, le elezioni universitarie, svoltesi nei primi tre giorni di marzo, con un risultato che ha segnato la preponderanza dell'Orum. Lo spoglio delle schede si è protratto fino a notte alta, e ciò ha consentito di apprendere in mattinata i risultati. SENATO ACCADEMICO Antonio De Moro (Orum) , Federica Mulè (Orum), Francesco Antonuccio (Giovani Universitari), Gabriele Laganà (Nettuno-Acui) CDA UNIVERSITA’ Dario Agnello (Orum), Danilo Merlo (Giovani Universitari), Giuseppe Figliomeni (Nettuno-Acui) CDA ERSU Carmelo Ravidà (Orum), Ivan Cutè (Giovani Universitari), Francesco Bruzzaniti (Nettuno-Acui) CSASU Alessandro Feminò (Orum), Francesco Cavallaro (Nettuno-Acui) Sulla conduzione delle elezioni, tuttavia, non sono mancate le critiche. A tale proposito è stato emesso un comunicato dall'UdU.secondo cui "le Elezioni universitarie del 1 , 2 e 3 marzo. inquinate da pratiche che fanno pensare a e vere e proprie irregolarità durante le operazioni di voto". E' questa la denuncia dell'Unione degli Universitari di Messina, i cui attivisti nei tre giorni in cui i seggi sono stati aperti asseriscono "d'avere assistito ad episodi che fanno pensare a gravi e ripetute violazioni dei regolamenti elettorali ed hanno deciso di denunziarle ai Carabinieri". “Durante le votazioni a scrutinio segreto- si legge nella denuncia- potevamo notare un gruppo di studenti appartenenti all'associazione Giovani Universitari che distribuivano all'interno dei seggi dei volantini dando ad alta voce indicazioni sui candidati da votare e sulle modalità di voto.” L'UdU afferma inoltre che "nei giorni immediatamente precedenti all'apertura dei seggi aveva avvertito un clima pesante, per via di una campagna elettorale contrassegnata da accordi di potere fra i piccoli notabili delle associazioni studentesche e dalla generale apatia di gran parte degli studenti, spinti al voto non tanto da un bisogno di partecipazione democratica e di libera espressione delle proprie idee quanto piuttosto da un'antica abitudine al clientelismo e ad una politica fondata sui piccoli, banali favori personali". “Ci chiediamo -riflette l' UdU- perchè all'università non ci possa essere una sana competizione basata su programmi politici, discutendo di ciò che và o non và all'interno delle rispettive facoltà. Invece tutto si riduce ad una gara vinta dicendo agli studenti: "questo è amico di.... quello è amico di..." Beh noi non potremmo mai collaborare con associazioni che hanno come cultura fondamentale il clientelismo.”
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