Nella nostra città, dopo questo mesto silenzioso pellegrinaggio serale, proprio del Giovedì Santo, ogni anno si rinnova il grande evento della Passione e Morte del Cristo, con l'ormai secolare duplice processione delle varette.


"L'anno in cui cominciò questa divozione nel nostro



Ho voluto iniziare con questo brano tratto da un manoscritto che, parecchi anni fa, ebbi modo di consultare nella canonica della chiesa di Santa Maria, in Pozzo di Gotto, e di cui pare che adesso non si trovi traccia. Lo scritto conteneva "costumanze e pratiche liturgiche" registrate nel 1860 da mons. De Luca. Allora copiai a penna, in un quadernetto che ancora conservo, la parte riguardante l'origine delle varette di Pozzo di Gotto e quella sul Santo Filippo Ardigò, custodito nella Chiesa di Santa Maria.
Dicevo ho voluto iniziare con questo antico brano per ricordare che, delle due proces

Fu durante una delle amministrazioni di Santalco che si cercò di smorzare i toni della rivalità facendo mettere gli organizzatori delle due magnifiche manifestazioni d'accordo per fare incontrare le processioni, consentendo il passaggio contemporaneo di entrambe sulla via San Giovanni Bosco, quella per intenderci che coprendo il torrente Longano praticamente ha suggellato definitivamente l'unificazione spirituale e materiale di Barcellona e Pozzo di Gotto, due Comuni fusisi in uno: quello attuale, che, sinceramente merita maggiore impegno da parte di chi lo regge, come d'altronde meritano interessamento per una maggiore valorizzazione in campo nazionale le due così belle manifestazioni del Venerdì Santo.

Francesco Cilona
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Quelli che a Barcellona Pozzo di Gotto chiamiamo i "babbaluci", in Puglia sono detti i "babbamusci". Nella foto i babbamusci della processione dei Misteri che si svolge a Francavilla Fontana di Puglia.
2 commenti:
A proposito di "varette", purtroppo a Barcellona non mancano sacerdoti che, volendo educare la gente ad evitare di dare maggior importanza a queste tradizioni piuttosto che ai veri riti liturgici della Settimana Santa, il che è giustissimo, finiscono per irridere tutti coloro che attivamente si danno da fare per perpetuarne la memoria nel tempo.
Qualche settimana fa uno si è addirittura permesso di deriderli davanti ad una platea di circa 200 persone, imitando con scherno le particolari intonazioni dei "visillanti". Un minimo di rispetto non guasterebbe...
Qui, a Barcellona, capitano cose del genere? Mi dispiace, davvero, apprendere che ci sia qualche "parrino" che irride a quelle tradizioni che, pur nella loro esagerazione folklorica, riescono ugualmente a supportare una festa religiosa molto bella e significativa, qual è quella delle varette. Se dovessi parlare col prete denigratore, gli ricorderei il danno che loro stessi hanno fatto alle nostre tradizioni religiose, tra cui quella bellissima del Corpus Domini, che consentiva, per otto giorni, ogni sera in un quartiere diverso, la costruzione dell'altare all'aperto, la processione del Corpo di Cristo e la cerimonia della benedizione in quell'altare. E alla fine si cantava:"Tantum ergo sacramentum / veneremur cernui / et antiquum documentum / novo cedat ritui. / Praestet fides supplementum / sensuum defectui.
2. Genitori genitoque / laus et jubilatio / salus, honor, virtus quoque / sit et benedictio. / Procedenti ab utroque / compar sit laudatio". Un inno liturgico estratto (si tratta delle ultime due strofe) dal Pange Lingua, composto da San Tommaso d'Aquino per la celebrazione della solennità del Corpus Domini.
Buona Pasqua a te e famiglia, e pure a quel prete dalla dura cervice.
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