martedì 29 luglio 2008

LA STRANA AVVENTURA D'UNA PENSIONATA


I recenti provvedimenti dei vari ministeri - con preponderanza quelli retti da Tremonti e Brunetta - non fanno altro che calcare la mano sui lavoratori e sui pensionati meno abbienti, senza tener conto dei reali bisogni della Nazione. Che i ministri delle finanze e del lavoro operino in maniera astrusa e confusionaria, con l'ausilio di una maggioranza succube, lo dimotrano, oltre alle recenti furberie contro i precari e a danno delle pensioni sociali, tutte le difficili situazioni esistenti negli uffici statali, dove il caos è spesso determinato non dalla disaffezione dei lavoratori, ma dalla precarietà dei mezzi messi a loro disposizione per potere bene operare. Condizioni spesso da terzo mondo, che ovviamente ricadono odiosamente sui cittadini, che di quegli uffici hanno bisogno. Già altre volte mi sono interessato, in questo blog, del marasma registrato alle poste, dove per potere riscuotere una pensione o pagare un conto corrente, si deve attendere due ore e mezza. . Ma c'è di più e di peggio. Che sia così l'abbiamo appreso da un episodio che, in questi giorni ha avuto per protagonista una maestra in pensione, la quale, dopo avere ottenuto di diritto il beneficio di uno scatto d'anzianità, in quanto profuga, s'è vista richiedere indietro parte degli emolumenti legati a tale beneficio, a causa di una fantomatica interpretazione definitiva dell'articolo uno di quella legge.
Sentiamo il racconto: " Ai primi di luglio, con lettera raccomandata, inviata dal Dipartimento Provinciale del Ministero dell'Economia e delle Finanze - Direzione Provinciale dei Servizi Vari - di Messina, con ufficio senza ubicazione espressa, - racconta la signora - mi si comunicava che ai sensi di legge, nei miei confronti, era in corso un procedimento di riduzione del mio trattamento economico e per conoscerne l'entita bisognava rivolgersi a quell'ufficio".
"Che l'ufficio fosse a Messina era chiaro, ma quale fosse l'indirizzo della sede era oscuro. Allora ho cercato nella rubrica telefonica, in quella più attuale, e ho scoperto che era ubicato in via Aurelio Saffi, is. 98, con numeri telefonici inesistenti".
"Grazie all'aiuto di un sindacato - continua la maestra - ho appreso che la sede non era più in via Saffi ma a Pistunina, in un nuovo edificio polifunzionale. Poichè ho ormai una certa età e non mi sentivo di affrontare un viaggio fino a Messina, ho delegato un amico avvocato d'informarsi".
"Non avendo ottenuto risultati, ho deciso di raggiungere di persona l'ufficio per avere le informazioni che desideravo. Giunta sul posto, finalmente una nota lieta, dopo tanto nervosismo: una gentilissima impiegata mi ha accompagnata nell'ufficio giusto, dove la responsabile, molto gentile e competente, mi ha dato tutte le spiegazioni richieste".
"Ringraziandola - conclude l'intervistata - le ho fatto notare che, se avessi trovato nella lettera un numero di telefono ed un indirizzo esatti, non avrei speso tempo, fatica e preoccupazione. La signora mi ha allora fatto sapere che purtroppo non esiste in quegli uffici un centralino telefonico, ne c'è disponibilità di carta esaurientemente intestata".

1 commento:

Anonimo ha detto...

Il racconto della signora potrebbe essere utile a qualcuno che, trovandosi nella sua stessa situazione, a causa dell'interpretazione ministeriale di una legge dal contenuto controverso, potrebbe allarmarsi e trovarsi in difficoltà nella ricerca di chiarimenti. Ha fatto bene, l'interessata, ad indicare la via da seguire: che è quella finale, naturalmente.

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