
Anche per i due fratellini greci, le ricerche sono state infruttuose, perchè distolte dall’errata convinzione che direttamente responsabili di quella sparizione fossero i loro genitori. I quali addirittura sono stati arrestati dalla polizia col sospetto d’averli venduti. Solo dopo due settimane dalla scomparsa, le ricerche sono state orientate meglio, ispezionando l’edificio abbandonato, nell’ipotesi che i due fratellini vi fossero entrati per giocare. E lì effettivamente essi era andati e, forse per gioco, s’erano introdotti nell’ascensore. Come abbiano potuto azionare le ante di quel montacarichi che chiudendosi si sono bloccate, intrappolando i due malcapitati, non è stato ancora spiegato. Le indagini della polizia greca proseguono per chiarire meglio l’intera vicenda, che forse potrà avere una sua più convincente spiegazione dopo l’esito dell’esame autoptico e i risultati di un’inchiesta tecnica sull’ascensore “assassino”.
1 commento:
Altri fatti inquietanti per la loro analogia: il gravissimo incidente di quei lavoratori morti in Puglia per il lavaggio di una cisterna e quello più recente dei sei Siciliani di Mineo uccisi "a catena", mentre tentavano di intervenire in una vasca di depurazione.Evidentemente non sempre l'esperienza altrui insegna. Tant'è vero che la polizia greca ha commesso lo stesso errore di quella italiana, puntando sui genitori il sospetto più che l'atttenzione sul territorio e sulle abitudini dei bambini.
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