"Catene", un vecchio film italiano, in bianco e nero, di Raffaele Marazzo, protagonisti Amedeo Nazzari e Ivonne Sanson, che per quanto drammatico sembrerebbe adesso mieloso e imparagonabile con il dramma che stanno vivendo le assistenti degli asili nido di Barcellona Pozzo di Gotto. Anche perché quella “pellicola” narrava una storia di passione amorosa. Mentre oggi, purtroppo si deve parlare di precarietà e disinteresse.
Ecco il fatto: ieri le nostre operatrici “precarie”, stanche e avvilite per le inutili promesse di stabilizzazione, hanno deciso di protestare in maniera eclatante e si sono presentate davanti al Palazzo di Città strette in catene, per un sit-in rivolto a stimolare l’Amministrazione comunale: perché mantenga le promesse più volte prospettate. Per rendere più efficace la propria protesta, le interessate hanno costituito un comitato con il proposito, tra l’altro, di coinvolgere ufficialmente nell’importante problematica le famiglie dei piccoli utenti , le quali a larga maggioranza, finora in maniera informale, hanno manifestato solidarietà verso le lavoratrici ed apprezzamento per la loro professionalità.
In concomitanza con la loro azione di protesta, le operatrici degli asili nido hanno affidato agli avvocati Salvato e Bongiovanni il compito di valutare se ci sono state irregolarità “nelle procedure seguite nel corso degli anni per l’affidamento e la gestione del servizio in questione, nonché la possibilità di portare la vicenda davanti ad un Giudice del Lavoro per imporre al Comune il riconoscimento, per gli LSU (lavoratori socialmente utili), dello status di dipendenti, a tutti gli effetti e a tempo indeterminato. E ciò, in considerazione del fatto che da oltre dieci anni sono utilizzati per soddisfare esigenze non di carattere temporaneo o occasionale, ma che rientrano in quelle istituzionali dell’Ente”.
Inoltre, ci sarebbe un’altra questione, di carattere prettamente economico, che se dovesse risultare reale, sarebbe davvero scandalosa: il servizio d’assistenza all’infanzia, consistente in attività didattico-ricreative con bambini fino a tre anni, verrebbe svolto da parecchi anni da una decina di LSU, con una retribuzione di euro 2,93 l’ora. Meno della metà che generalmente si paga ad un’improvvisata inserviente extracomunitaria. Un’informazione, questa, riportata dalla stampa, talmente sconcertante che si stenta a credere.
A meno che non si tratti di compenso complementare allo stipendio legalmente riconosciuto.
C’è qualcuno che sa chiarire questo particolare?
Fra' Galdino
3 commenti:
eppur si muove...
se c'è gente a barcellona che inizia a fare cose del genere significa che finalmente si inizia ad essere _davvero_ stanchi.
cmq non mi stupirei se la storia della sottopaga non fosse una falsità... del resto anche in ambito strettamente privato i salari sono per tradizione locale ridotti all'osso in molti settori
lucio
barcellona è piena di lavoratori sottopagati!
Attendo che ci sia qualcuno degli interessati che dia un chiarimento su questa storia del sottosalario.
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