Ero piccolino, allora, eppure ricordo come se fosse stato ieri, certi squarci della Lucia di Lammermoor, della Traviata, del Barbiere di Siviglia, e mi risuonano piacevoli all'orecchio "Luna tu..." del Paese dei Campanelli, il valzer della "Vedova allegra", "Frufrù del tabarin.
Ero piccolino, forse troppo piccino, eppure le ricordo, forse perchè, poi,
(Emanuela Tesch nel
Paese dei campanelli)
"Il paese dei campanelli", ma dove è andata a finire quella bella operetta, col suo canto alla luna, con i suoi piccoli intrighi?
Sicuramente non è sparita, e sono certo che ancora esistono compagnie che la portano, con grande passione, in giro sui palcoscenici delle nostre città.
E nella nostra città, perchè no?
Perchè il teatro non esiste più.
Ma sì che esiste, questo tanto bramato teatro!
Il suo sipario, di notte, si apre per le strade della città, dove branchi di cani randagi non ti fanno dormire con i loro latrati, cui fa eco l'abbaiare dei cani "domestici", da dietro i cancelli degl'insensibili padroni.
Forse anche i cani, a modo , loro "cantano alla luna", e

Ma non c'è solo il teatro notturno, perchè di giorno c'è quello che ha per attori: i gatti e l'immancabile "gattara", che gli dà da mangiare; i piccioni e gli altri pennuti, che dall'alto dei pini di Piazza San Sebastiano ti spiaccicano sulla testa i loro escrementi; il "milionario" coro di zanzare e pappataci, che quando meno te l'aspetti ti lasciano sulle carni ponfi e prurito da farti lacrimare

Prima che lo dimentichi: "milionario", in questo caso, significa che quegli insetti tanto fastidiosi sono ormai a milioni, nonostante le sbandierate disinfestazioni programmate dal Comune. Ormai, qui, siamo nel paese degli animali...senza
campanelli.
Voglio infine precisare che, nel mio vocabolario, "campanello" è sinonimo di attenzione.
Un campanello che, dalle nostre parti, o non c'è, oppure se c'è non squilla quasi mai.
Fra' Galdino
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