Giunti a metà percorso della "Settimana santa", la tradizione c'invita a rinnovare la visita ai "sapurchi".
Impropriamente chiamati "sepolcri", sono i cenacoli che in tutte le chiese, con addobbi particolari, vengono rievocati in memoria dell'Ultima Cena, nel corso della quale Gesù annunciò il Suo Sacrificio in Croce per la salvezza dell'Umanità.
Impropriamente chiamati "sepolcri", sono i cenacoli che in tutte le chiese, con addobbi particolari, vengono rievocati in memoria dell'Ultima Cena, nel corso della quale Gesù annunciò il Suo Sacrificio in Croce per la salvezza dell'Umanità.
Nella
nostra città, dopo questo mesto silenzioso pellegrinaggio serale,
proprio del Giovedì Santo, ogni anno il giorno successivo, si rinnova il grande evento della
Passione e Morte del Cristo, con l'ormai secolare duplice processione
delle varette.
E'
auspicabile che la crisi, almeno in questa occasione, abbia
un'influenza benefica, inducendo chi addobba le vare a tornare alla
sobrietà di un tempo, che meglio si addice ad una manifestazione così
bella in sè stessa.
"L'anno in cui cominciò questa divozione nel nostro
paese non saprebbe precisarsi: ma è certo che il Promotore di essa fu
il pio Sacerdote nostro Don Filippo Lanza che si era ferventissimo, il
quale mercè le limosine del popolo e gli aiuti di una Deputazione
annualmente scelta, fece costruire le stat
ue
a plastica dal bravo ns pittore Sac. Don Antonino Vescosi,
collaboratore piissimo e caldissimo, e le barette a legno pittato,
benchè ignobili e grossolane: sono le cinque statue dell'Orto, del Signore alla colonna, la Caduta, il Signore che porta la Croce, l'Urna ossia il Sepolcro".Ho
voluto iniziare con questo brano tratto da un manoscritto che,
parecchi anni fa, ebbi modo di consultare nella canonica della chiesa
di Santa Maria, in Pozzo di Gotto, e di cui pare che adesso non si
trovi traccia. Lo scritto conteneva "costumanze e pratiche liturgiche"
registrate nel 1860 da mons. De Luca. Allora copiai a penna, in un
quadernetto che ancora conservo, la parte riguardante l'origine delle
varette di Pozzo di Gotto e quella sul Santo Filippo Ardigò, custodito
nella Chiesa di Santa Maria.Dicevo ho voluto iniziare con questo antico brano per ricordare che, delle due proces
sioni
di varette che il pomeriggio del Venerdì Santo sfilano per le vie
della città, quella di Pozzo di Gotto è la più antica. L'altra che, dopo avere percorso le strade della zona barcellonese s'incontra sulla copertura del Longano con le varette dell'opposto versante (Pozzo di Gotto), è stata istituita dopo diversi anni da un gruppo di barcellonesi (allora li chiamavano mangiacagnoli per distinguerli dai pozzogottesi definiti affumicati) che per emulazione fecero costruire i primi gruppi, tra cui quello dell'Ultima Cena, e con essi improvvisarono la prima processione antagonista, che negli anni successivi, come d'altronde avvenne per quella di Pozzo di Gotto, si arricchì incrementando il numero dei simulacri e ornando sempre in maniera più sontuosa le diverse varette. Col passare del tempo si acuì una specie di concorrenza, sempre lasciando le due processioni completamente separate.
Fu durante una delle amministrazioni di Santalco che si cercò di smorzare i toni della rivalità facendo mettere gli organizzatori delle due magnifiche manifestazioni d'accordo per fare incontrare le processioni, con il passaggio contemporaneo di entrambe sulla via San Giovanni Bosco, quella per intenderci che coprendo il torrente Longano praticamente ha suggellato definitivamente l'unificazione spirituale e materiale di Barcellona e Pozzo di Gotto, due Comuni fusisi in uno: quello attuale, che, dopo il disastroso evento alluvionale, merita un accresciuto impegno da parte di chi lo reggerà, assieme ad un più efficace interessamento per la valorizzazione in campo nazionale delle due magnifiche processioni del Venerdì Santo.

Francesco Cilona=======================================>
Quelli che a Barcellona Pozzo di Gotto chiamiamo i "babbaluci", in Puglia sono detti i "babbamusci". Nella foto i babbamusci della processione dei Misteri che si svolge a Francavilla Fontana di Puglia.


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