
Anche il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, si cimenta adesso nel racconto di barzellette e lo fa in maniera tale da superare il proprio "maestro" in fatto di gaffe e blasfemità.
Nel corso di un suo discorso ai giovani del PDL, il Sacconi - alla presenza d'un imperterrito segretario generale della Cisl - ha cercato di stigmatizzare il comportamento della Cgil contro la manovra, sfoderando una "parabolina" avente protagoniste suore stuprate, senza curarsi che. con la sua gaffe, stesse evocando "il raccapricciante atto criminale di violenza sessuale che suore martiri hanno subito davvero durante la recente tremenda guerra in 'Kosovo' ".
"In nessun altro Paese del mondo democratico un esponente di governo sceglierebbe la metafora dello stupro - incompatibile con qualunque forma di ironia - per esprimere una sua valutazione politica, svelando la sua visione del rapporto tra donne e uomini". Lo afferma in una nota il Comitato delle donne Senonoraquando commentando la barzelletta, che sta sollevando critiche pesanti anche in area cattolica così come dalle donne della Cgil e del Pd.
Con un Sacconi così non meraviglia che il paese stia diventando (come ha detto il suo docente-premier) un paese di merda.
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