giovedì 28 agosto 2008

APRIREMO IL MERCATO DEL CONTADINO: ma non facciamogli sapere quant'è buono il formaggio con le pere


"Non dire al contadino, quanto è buono il formaggio con le pere". Con questo fortunato slogan, ormai proverbiale, una casa produttrice di formaggini, rese popolare uno spot pubblicitario, che i meno giovani ricordano sicuramente.
Buono il formaggio, buone le pere, una delizia metterle insieme, ma anche guai a stuzzicare "l'ingenuità" del villano, perchè - come diceva un proverbio antico - il Signore doveva fare al contadino gli occhi nei ginocchi. Per dire che chi coltiva la terra è più furbo di quanto si possa credere. Per cui fargli conoscere la squisitezza di quei due prodotti, avrebbe potuto costituire un invito al contadino ad impreziosire i propri frutti.
Parabola significa: "Date in mano al contadino la facoltà di fare il prezzo della sua merce - e non fateglielo più imporre dalla filiera del mercato - e lui troverà il modo di rivalersi di tutti i condizionamenti finora subiti, alzandolo motu proprio.
I meno giovani non avranno dimenticato con quanta capacità imprenditoriale ortolani e agricoltori e proprietari terrieri, che nel dopoguerra avevano in mano la produzione delle materie prime alimentari, riuscirono a incidere nel costo della vita, negli anni quaranta, quando ancora si acquistava il pane e la pasta con le limitazioni della tessera.
Per molti di loro, quello fu l'inizio del riscatto economico.
Successivamente, quando le cose, almeno apparentemente, tesero alla normalità, cominciarono ad insinuarsi tra produttori e consumatori gli intermediari : prima l'anello degli intrallazzisti, successivamente quelli degli intermediari meno illegali, in fine la filiera composita attuale, che nel portare sul mercato la produzione contadina determina un progressivo dilatamento del costo.
Per rimediare a tale ipertrofia, da settimane si parla dell'opportunità di favorire i cosiddetti mercatini del contadino, già sperimentati con una certa efficacia in diverse città del centro-nord.
Prima ancora che se ne discutesse sui giornali, il consiglio comunale di Barcellona ne aveva deciso l'attuazione nella nostra città e ne aveva approvato il regolamento, su sollecitazione delle forze sociali.
Secondo la normativa stabilita, a tale genere di mercato potranno partecipare produttori agricoli ed agroalimentari, tra cui coltivatori diretti della zona e una appendice di piccoli artigiani locali e ristoratori.
Il mercato sarà attivo sei giorni la settimana, con orario prolungato, e sarà composto da 21 posteggi, di cui sedici per i prodotti agricoli, quattro per l'artigianato e la ristorazione, e uno per la pubblicità di associazioni ed altre istituzioni del settore.

Il posto scelto dovrebbe essere centrale, visto che l'indicazione sarebbe caduta sull'ampio spiazzale compreso tra via Ugo di S.Onofrio e via San Francesco di Paola.
E' auspicabile che l'esperimento venga affrontato presto e che i risultati siano effettivamente convenienti per i consumatori.

Sempre però che non si faccia sapere al contadino quant'è buono il formaggio con le pere.

Fra' Galdino

3 commenti:

Anonimo ha detto...

io mi domando se quando ci sarà il mercato del contadino i prodotti in vendita saranno tutti provenienti dalla nostra campagna. Io al mercato del sabato vedo che non tutti gli ortaggi e la frutta vendut da quelli che si dicono coltivatori non sono passati dai frigoriferi del mercato generale.E poi tanta vi sembra la differenza di prezzo tra un chilo di limoni pagato dal frutivendolo e un chilo pagato alla postazione del coltivatore diretto?

Anonimo ha detto...

Bisognera' vedere il rapporto qualita'-prezzo; i furbetti sono sempre dietro l'angolo

Anonimo ha detto...

ho rischito di comprare zucchine ad un mercato settimanale, da un "contadino", che avevano il picciolo così asciutto da farmi credere che fossero state in frigo per almeno una settimana.

Raffaele

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