Il rischio c’è, e deriva dal fatto che, nel neo partito nato con intenzioni riformistiche, in seguito alla fusione di due forze contigue e tuttavia di radici diverse, sono confluiti un buon numero di professionisti della politica con ormai incarnata la mentalità verticistica – insomma più galli crestati chiusi in uno stesso pollaio – che, se non sapranno superare la sindrome della infallibilità personale, difficilmente riusciranno a legare.
Da qui il pericolo di una tendenza disgregante che, sotto forma di correnti interne, danneggerebbe ulteriormente il centrosinistra . Il volere consolarsi, ricordando che le correnti, all’interno dei partiti ci sono sempre state, e addirittura nella vecchia Democrazia Cristiana la loro esistenza non impedì al partito di rimanere il più forte d’Italia per oltre un trentennio, non sarebbe da uomini di senno. E non perché
Francesco Rutelli, che fra tutti i rappresentanti del PD è uscito maggiormente scottato, oggi assieme alla moglie, Barbara Palombelli, e ai figli, ha voluto trascorrere il primo maggio lontano dalla capitale, rifugiandosi nella quiete di Filicudi, dove possiede una villa per le vacanze estive. Che il calore e l’aria salubre di questa nostra meravigliosa terra possa averlo rasserenato, in maniera che rinfrancato dalla fatica e dalla delusione rientri a Roma con la mente e il cuore sgombri d’ogni risentimento.
Lo stesso augurio valga per quanti altri abbiano avuto in mente di trovare un capro espiatorio cui addossare la responsabilità di ciò che è accaduto. Il tutto per evitare di danneggiare ulteriormente una forza politica la cui vera finalità costituzionale è quella di operare nell’interesse dell’intera Nazione.
Francesco Cilona
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