
«Angelino Alfano premier, Gianni Letta capo dello Stato».
Sono le proposte che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, intervistato da Repubblica, ha annunciato, spiegando che nel 2013, alle prossime elezioni, «non sarò io il candidato premier». Il Cavaliere, a dispetto di chi lo dà per certo alla guida della coalizione Pdl-Lega anche alla prossima tornata elettorale, spiega che il centrodestra, invece, candiderà Alfano a Palazzo Chigi e sosterrà Letta al Quirinale, definisce «solidissima» l'alleanza con la Lega. E rimprovera a Tremonti di essere «l'unico a non fare gioco di squadra», attribuisce la paternità della norma 'salva-Fininvest' al ministro dell'Economia e al Guardasigilli, esclude l'ipotesi di un governo tecnico, attacca «il partito dei giudici che si sta preparando all'appuntamento elettorale del 2013» e si dice convinto che le inchieste che lo riguardano «finiranno nel nulla».
Se questa è la prospettiva che la politica ci offre, può bastare a noi - genitori e nonni - rifugiarci nelle nostalgie di un passato remoto, quando tra luci ed ombre c'era chi s'incontrava con gli amici nelle nascenti discoteche e chi si contentava dello struscio in via Roma?
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